Passano i giorni, il mercato si avvicina alla chiusura e le attese prolungate in casa Lazio rievocano fantasmi neanche troppo lontani. Lo scorso gennaio, quando il vice Immobile era già elemento di discussione, si chiuse all'ultimo secondo per Jovane Cabral. Un colpo più per far numero che per reale necessità di un giocatore dalle caratteristiche come quelle del capo verdiano. Dodici mesi dopo Sarri il suo vice Immobile non lo ha ancora nonostante i titoli di cui Cancellieri è stato fregiato al suo arrivo. Tuttavia, come riporta il Corriere dello Sport, Sarri non è preoccupato di sapere se entro il 31 arriverà Bonazzoli o chi per lui al suo posto. Ciò che disturba il tecnico sarebbe l'incertezza in cui è finito nuovamente dopo l'estate in cui Lotito lo aveva in larga parte accontentato.
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Lazio, Sarri in attesa del mercato vorrebbe più chiarezza da Lotito
Sarri si aspettava Ilic, oggi sempre più verso la Francia, è arrivato Cancellieri (7 milioni più bonus). Un pressing estenuante per prendere Casale e in mezzo è arrivato anche Gila (6 milioni). In porta oltre Provedel si è fatto andare bene Maximiano (11 milioni). Circa 26 milioni di euro spesi per tre giocatori che non hanno allungato la panchina della Lazio concretamente. Diverso il discorso per Macos Antonio per il quale si è fatto convincere da De Zerbi e per il quale è inevitabile un'attesa lunga e una minor possibilità di turnover. Lo stesso discorso è sembrato evidente in merito all'adattabilità di Felipe Anderson come centravanti. La scarsa possibilità di fare rotazioni, più che un riferimento al mercato futuro, lo è per quello passato.
Il comunicato della società poi, inevitabilmente, ha fatto rimane male Sarri. I bilanci a fine stagione saranno fatti in due con il tecnico stesso che trarrà le sue di conclusioni. Ci vuole metodo, organizzazione e soprattutto una distinzione chiara dei ruoli che in casa Lazio manca in maniera vistosa. Lotito ora ha una precisa responsabilità essendo l'unico che realmente ha potere decisionale. Tenere tutti e tutto insieme a volte non è possibile e prenderne coscienza è una necessità.
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