- Lazio News
- Calciomercato
- Rassegna Stampa
- Serie A News
- Pagelle
- Primo Piano
- Video
- Social
- Redazione
news
Maurizio Sarri
C’è tutta la firma di Maurizio Sarri sulla splendida stagione della sua Lazio. Si è trasformato in capo popolo lasciandosi invadere dal sentimento di lazialità. Soprattutto però dopo un lavoro durato circa un anno e mezzo è riuscito trasformare la sua squadra in una sua creatura. In grado di passare dal sesto al secondo posto nelle ultime sette giornate, che hanno portato 21 punti. L’ultima sconfitta è dell’11 febbraio, il 2-0 all’Olimpico dell’Atalanta. Guarda caso anche Delio Rossi nel 2007, quando arrivò terzo portando la Lazio in Champions, prese il via da una gara l’11 febbraio contro l’Atalanta: all’epoca finì 0-0 e poi arrivarono otto vittorie di fila.
Nel mezzo della striscia di questa stagione ci sono risultati da record: la doppietta nel derby centrata per la prima volta dal 2012 (Reja), il successo a Napoli dopo otto anni (Pioli) e quello sulla Juve che mancava dal 2019 (Inzaghi). Ha fatto tutto Sarri, alla sua seconda stagione di Lazio, rischiando di far stabilire anche a Provedelogni possibile e immaginabile record in porta. Ben 12 gol fati e 1 subito - in modo discutibile, vista la passeggiata di Rabiot sulle gambe di Provedel - in queste 7 partite.
E pensare che a gennaio, dopo l’ennesimo botta e risposta di Sarri con Tare e il comunicato di Lotito, il mister valutò per pochi fugaci istanti anche le dimissioni. Pensava di aver perso la fiducia del presidente, una spaccatura venutasi a creare a Formello per le dichiarazioni di un direttore sportivo ormai messo all’angolo. I fantasmi sono spariti in un paio di giorni e Sarri è tornato a lanciarsi a pieno all’interno del mondo Lazio. Anche grazie a un lungo colloquio con Lotito fatto di chiarimenti e rassicurazioni. Ma al di là dei retroscena parla il campo e la lingua, ora, è tra le più belle possibili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA