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Lazio, Sabatini: “Dia? Colpo magnifico. Lo scorso anno…”

Dia
Le dichiarazioni dell'ex Direttore sportivo della Lazio Walter Sabatini sull'acquisto di Boulaye Dia, arrivato dalla Salernitana in estate
Edoardo Pettinelli Redattore 

"Hanno fatto un colpo magnifico". Questa la frase pronunciata da Walter Sabatini, ex Direttore sportivo della Lazio, sull'operazione Dia. Il giocatore, arrivato dalla Salernitana, ha già avuto un ottimo impatto con i biancocelesti, tanto da trovare la maglia da titolare nel big match contro il Milan. Di seguito, l'intervista di Sabatini ai microfoni del Corriere dello Sport.

Quindi lei lo avrebbe voluto utilizzare l'anno scorso... 

"Sì, avrebbe cambiato le cose. Però scontava un provvedimento di sospensione che alla fine è rimasto tale, per quanto successo dopo un mancato trasferimento al Wolverhampton".

Può essere un fattore importante per questa Lazio? 

"Certo. Perché, ripeto, è un giocatore forte. Non lo dico per autocelebrarmi perché non l'ho preso io ma Morgan De Sanctis, io me lo sono trovato. Dico invece che è stato bravissimo Fabiani a pescarlo, sia lui che Tchaouna". 

Che per ora invece non sta facendo benissimo. 

"Sì, ha giocato male. Ma per me è ottimo. È velocissimo, ha un'ottima tecnica di base, da noi face quattro o cinque gol importanti. Sono buoni prospetti, ripeto che Fabiani per me ha fatto un buon lavoro. Possiamo aggiungere Noslin dal Verona e questo Tavares che ha dato spettacolo". 

 

Con i due assist contro il Milan. 

"Appunto. Ha una corsa micidiale, molta precisione nei cross. Per me ha tutto per diventare un idolo, se non lo è già. Dovete pensare che sabato scorso ha messo in condizione due compagni di segnare a porta vuota". 

Quindi promuove il mercato di Lotito e Fabiani? 

"Sì, hanno fatto una buona politica, una discreta campagna acquisti, prendendo alcuni calciatori che possono essere degli investimenti per il futuro, hanno fatto un bel lavoro". 

Qualcuno può essersi già scordato di Immobile? 

"Direi di no. Lui è una leggenda della Lazio, i tifosi non possono dimenticarlo in un anno o tre mesi, ci vogliono tempo e risultati, credo soprattutto centrare una qualificazione in Champions League. D'altronde Immobile si muove nell’immaginario collettivo di chi ha fatto più di 150 gol". 

Questa squadra può arrivare in Champions? 

"Dipende dall'evoluzione di questi giocatori, di come si adegueranno al livello richiesto, ma qualche chance c'è". 

Crede ci siano punti in comune con la sua che andò in Champions? 

"Era molto molto forte, a centrocampo se la giocava con tutti gli avversari. Ledesma centrale centrale, Mudingayi grande corsa, a sinistra Mutarelli. Poi Mauri che giocava a ridosso di Rocchi e Pandev, magistralmente diretti da Delio Rossi. L’anno dopo hanno vinto la Coppa Italia, io non c'ero più. Quando arrivano i risultati io vado altrove".