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Rovella: “Non vorrei mai andarmene. Obiettivo? Vincere un trofeo con la Lazio!”

Edoardo Benedetti Redattore 
Nel corso di una lunga intervista a Dazn, il classe 2001 racconta il suo feeling speciale con la Lazio, con cui vuole presto vincere trofei

Nel corso di una lunga intervista ai microfoni di Dazn, Nicolò Rovella si è raccontato, parlando del suo feeling speciale con la Lazioe il suo rapporto incredibile con la città di Roma. Oltre a retroscena particolari del passato, il mediano biancoceleste classe 2001 ha spiegato il suo grande amore per i colori biancoceleste e ha fissato il suo obiettivo: vincere un trofeo con questa squadra. Queste le sue parole: "Un sentimento che va oltre il giocare a calcio. Lo vivi in città, lo vivi a casa, lo vivo con i miei compagni, fuori con gli amici. Una roba veramente speciale. Ho i brividi anche a pensarci perché anche quando entro all'Olimpico e canto la canzone, con la Curva Nord e la Tevere che cantano, ci esaltano, è proprio una sensazione incredibile. Non me ne vorrei mai andare. 

Mi ricordo quando ero ancora alla Juve in ritiro, mi chiamò Sarri e mi chiese di venire alla Lazio. Sapevo che c'era qualcosa e spingevo per venire qua. Quando ho ricevuto la chiamata ho detto che volevo andare a Roma. Quando sono arrivato ho avuto un infortunio nel ritiro, quindi ho fatto poca preparazione, ero un po' indietro fisicamente. Quindi il primo mese e mezzo è stato di assestamento fisico, anche per capire cosa voleva Sarri, perché tatticamente è bravo, ha idee chiare e capirle non è subito facile. Quando mi sono adattato ho iniziato a giocare. Sarri è un maestro, quando mi ha chiesto di venire alla Lazio è stato un grande onore, che spero di ripagare e sto cercando di farlo anche ora che non c'è lui.

Ho tanti amici di Roma che tifano Lazio. Quindi quando hanno saputo che potevo venire alla Lazio subito mi hanno iniziato a scrivere e mi hanno iniziato a raccontare molte cose, quindi avevo avuto subito voglia di venire qui. Quando mi ha chiamato Sarri ho detto "Vabbè, faccio subito la valigia". Forse ci misi 10 minuti.

Baroni mi sa di brava persona, intelligente. Ci chiede tanto, anche cosa ne pensiamo noi, è aperto al dialogo e questo aiuta noi giovani a crescere e capire gli errori più facilmente. Con le parole ti spiega le situazioni: è stimolante e bello creare un rapporto col mister. Qui ci sono tanti giovani, deve essere bravo a gasarci e a tenerci un po' più calmi perché è facile quando si è giovani a voler tutto e subito, invece è bravo a tenerci coi piedi per terra e a pensare partita per partita.

Quando giochi a calcio la cosa bella è il divertimento. Quest'anno noi ci divertiamo e credo questo si veda. Siamo un gruppo forte, siamo tanto amici nello spogliatoio e questo si vede. Abbiamo un rapporto bello coi nuovi e questa è la forza di questa Lazio. Ci sono tanti francesi e italiani, le due fazioni. Da quando c'è Guendouzi è una battaglia continua da quando siamo arrivati entrambi. Quell'episodio in Nazionale? Voi l'avete vista in Nazionale, ma succede in ogni allenamento, è la normalità. Quando qualcuno sbaglia, l'altro ne approfitta per dire qualcosa, è fatto apposta per ridere. Un grande giocatore Guendouzi, confrontarsi con lui ti fa crescere.

Io attento alla moda? Non so chi te l'ha detto(ride, n.d.r.), a me piace uno stile sobrio. Non mi piace uno stile esagerato. Chi si veste male? Guendouzi sta sempre in tuta, Gila pure è un disastro.(Sulla Nazionale) Ci speravo, non me l'aspettavo. Ero con la mia ragazza e sono cominciate ad arrivarmi un sacco di chiamate. Mio padre era in lacrime, è stato molto bello. Ora penso solo alla Lazio, prima mi sentivo pronto per fare un salto in avanti dopo la stagione a Monza, in un club grande come la Lazio. Sono molto felice, mi sentivo pronto. Con Olympia? Fa veramente paura, è bello vederla a Formello tutti i giorni.

Il mio idolo? Modric. Vorrei imitarlo, ma di lui ne esista uno solo. L'anno del Pallone d'Oro per me è stato il massimo. Faceva gol, assist, recuperi del pallone e faceva giocare la squadra. La cosa che mi piace di più è la tranquillità con il pallone tra i piedi. È una cosa che provo a rubargli, non come i gol, ne ho fatti ancora zero con la Lazio(ride, n.d.r.). Ci sono rimasto male? Molto. Avevo provato un'emozione incredibile, non vedevo l'ora di fare quella corsa lì sotto i tifosi da un anno e mezzo. Ma sono sicuro arriverà presto. Il mio migliore amico nel Calcio? Daniel Maldini, siamo cresciuti insieme a Milano, ci vediamo spesso quando torniamo a Milano. Poi c'è anche Pellegrini, qui a Roma con me.

A me Roma fa impazzire, anche dal lato storico ma mi trovo benissimo anche per come si vive. Non me ne vorrei mai andare, ti dico la verità. La mia cosa preferita di Roma? Ce ne sono tante, a me piace molto Roma nord perché abito da quelle parti, vedere l'Olimpico, Ponte Milvio ecc. Anche il centro storico è bellissimo, a me piace passeggiare la notte, dopo cena. È bellissimo. Mi piacerebbe alzare un trofeo con la Lazio, è il mio obiettivo. Se non sarà quest'anno, sarà l'anno prossimo o quello dopo ancora".