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Rovella
Intervistato negli studi di Panini, Nicolò Rovella racconta da dove è iniziata la sua scalata, dalle giovanili alla notte da sogno dell'esordio in Serie A a San Siro, passando per Luka Modric - idolo indiscusso - alla scelta dei numeri di maglia. Queste le parole del calciatore della Lazio, condivise dai video social dell'account ufficiale delle figurine Panini.
“A Segrate è dove sono nato, è dove è iniziato tutto. Poi mi sono spostato a Milano, dove ho iniziato a giocare a calcio. A 4-5 anni mio papà mi ha iscritto alla prima scuola calcio. Ho fatto 9 anni all’Accademia Inter, 9 anni bellissimi. Ho giocato con gli stessi amici fino a quando ero piccolo. L’anno dopo ci siamo trasferiti tutti all’Alcione. Ho fatto un anno lì, dopo 4 mesi sono andato a fare il provino al Genoa. Quando mio papà ha saputo che c’era questa opportunità, avendo io un nonno di Genova, voleva a tutti i costi che andassi lì. Quindi sono andato.
Nel 2019 ho fatto l’esordio in Coppa Italia, il giorno prima di compiere 18 anni. Due settimane dopo ho esordito in Serie A, a San Siro contro l’Inter. Abbiamo preso una bella batosta, però è stata un’emozione incredibile: esordire in Serie A è il sogno di ogni bambino. E farlo a San Siro, davanti alla mia famiglia, è stato qualcosa di speciale che ricorderò per sempre.
Se posso diventare come Modric? Un po’ esagerato, però lui è sicuramente il mio idolo. Ho sempre guardato i suoi video prima delle partite per caricarmi. Credo che sia inarrivabile, anche negli ultimi anni di carriera. Sembra quasi che più invecchia più diventa forte, è incredibile.
I numeri di maglia? Ho scelto il 65 perché è l’anno di nascita di mio papà. L’ho avuto come primo numero al Genoa e spero di poterlo prendere sempre. O il 6 o il 65, sono i miei numeri preferiti. Il 65 diciamo che mi porta fortuna”.
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