Cittaceleste.it
I migliori video scelti dal nostro canale

news

Lazio, Rossi: “Ritiro fondamentale, capivo subito la stagione. Pandev e Ledesma…”

Delio Rossi
Le parole dell'ex allenatore biancoceleste, che ha parlato dei suoi ricordi dei ritiri precampionato e di come siano cambiati gli obiettivi
redazionecittaceleste

Torna sotto le Tre Cime di Lavaredo la Lazio, attesa ad Auronzo nel tardo pomeriggio. Proprio per parlare del precampionato, allora, il Corriere dello Sport ha intervistato Delio Rossi. Queste le sue parole. “Oggi la situazione è completamente diversa, purtroppo parti per la sede del ritiro con un gruppo e nel giro di poche settimane è tutto completamente stravolto. In realtà il ritiro resta un momento fondamentale, anche se negli ultimi anni ha perso molto del suo valore originario. Oggi spesso parti in ritiro con giocatori che tornano dai prestiti, con quelli che non sei riuscito a vendere e con quelli che sanno già che a distanza di pochi giorni lasceranno il club. Ha perso il suo valore, ma per il mio modo di intendere il calcio resta fondamentale: puoi lavorare bene, provando qualcosa che nel corso della stagione e con l’assillo dei tre punti, non puoi mai fare”.

Lei cosa preparava durante i ritiri? Quali erano gli aspetti che curava maggiormente?

Inizialmente sul lavoro fisico. Un lavoro di ripristino, Lavoravo molto sulla resistenza, facendo un lavoro fisico che durante l'anno era impossibile realizzare. Purtroppo se dopo dieci giorni vai in Cina a fare una tournée, diventa tutto inutile. E poi c'è da fare un distinguo”.

Quale?

Anche in assenza di tournée, oggi ogni squadra è chiamata a giocare amichevoli sin dai primi giorni del ritiro. lo lavoravo in modo diverso. Nei primi giorni si caricava molto dal punto di vista fisico e i muscoli erano pesanti. Ecco perché mi capitava spesso di perdere le amichevoli. A parte le partite con i boscaioli, le altre rischiavo di perderle. A me non interessava, perché in quel momento facevo altre valutazioni. Ma oggi è diverso: c’è la campagna abbonamenti che rischia di essere frenata se la squadra perde anche le gare amichevoli, i soldi che arrivano dai tornei. Insomma, si è costretti a fare dei lavori diversi”.

Durante il ritiro lei capiva che andazzo avrebbe preso la stagione?

Sempre, nel bene e nel male. Sin dai primi giorni ti rendi conto che squadra hai e se ti segue. Mi è capitato spesso di dire ai miei collaboratori che ci saremmo divertiti, così come mi capitava spesso di capire quando le cose non andavano. E quasi sempre era dovuto al fatto che non avevi quei giocatori che ti sarebbero serviti”.

Ogni allenatore vorrebbe la squadra pronta prima di partire per i ritiri. Quante volte ha sentito questa frase?

Spesso. Ma purtroppo è un'utopia. lo capisco che oggi è quasi impossibile che un tecnico possa lavorare con il gruppo che potrà allenare per tutta la stagione sin dai primi giorni, ma a volte sembra quasi che se un allenatore fa questa richiesta è per fare un dispetto alla società. Non è cosi: il ritiro resta importante per cementare il gruppo, per creare armonia. Per iniziare a lavorare insieme”.

Apriamo l’album dei ricordi di Delio Rossi. Il ritiro che non dimenticherà mai?

Quello del 2006. Eravamo reduci dal processo di Calciopoli e ricevemmo tante disdette dalle sedi che avevamo contattato. Sembrava che nessuno ci volesse. Andammo in Austria e preparammo la stagione nel migliore dei modi. Tant’è vero che poi arrivammo in Champions League alla fine di quel campionato”.

C'erano dei calciatori che si presentavano al ritiro in sovrappeso?

Come no. Pandev quando tornava dalle vacanze sembrava il fratello, Con la pancetta e in condizioni non straordinarie. Ma ci metteva poco a rimettersi in forma. Anche Ledesma quando arrivava a volte sembrava un'altra persona. Ma li conoscevo bene e sapevo che poi avrebbero tirato il gruppo. Al contrario c'era anche chi arrivava e sembrava che non si fosse fermato mai”.