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Se la cava con poco più di una ramanzina Nicolò Zaniolo. Il centrocampista giallorosso era finito sotto la lente d’ingrandimento del Giudice Sportivo dopo il comportamento tenuto alla fine del derby di domenica. Tutt’altro che signorile, infatti, il saluto rivolto verso la tribuna nel momento del suo rientro negli spogliatoi. Il gesto non era però sfuggito alle telecamere, facendo presagire l’arrivo di una squalifica per almeno un turno di campionato nei confronti del centrocampista della Roma. Ma così non è stato: il Giudice Sportivo si è pronunciato e ha comminato al giallorosso solo una multa di 10.000€.
C’è però un precedente che ha scatenato le proteste dei tifosi biancocelesti dopo la mancata squalifica di Zaniolo. Per trovarlo è necessario riavvolgere il nastro fino al 27 ottobre 2019, quando al Franchi di Firenze la Lazio superò per 2-1 la Fiorentina. Dopo il fischio finale, Vavro - rimasto in panchina per l’intero arco del match - portò la mano verso l’orecchio rivolgendosi alla Curva Fiesole. Il gesto non passò inosservato al quarto uomo e Vavro rimediò un’espulsione a partita ormai termina. E il Giudice Sportivo, alla fine del weekend, decise di punire il gesto dello slovacco con la squalifica per un turno di campionato. Due pesi, due misure.
Il gesto di Vavro, però, sebbene non esemplare, nascondeva una motivazione ben più nobile di quella di Zaniolo, meramente provocatoria. Il difensore slovacco, come fu chiarito in seguito, reagì rivolgendosi alla curva del tifo viola dopo un’intera partita in cui Caicedo e Lukaku erano stati bersagliati dai fischi e dai cori discriminatori da parte dei tifosi della Fiorentina. A maggior ragione, rimane più di qualche dubbio in merito al provvedimento preso nei confronti del centrocampista giallorosso, probabilmente troppo leggero. Ma attenzione, perché in realtà le punizioni per Zaniolo potrebbero non finire qui e ripercuotersi anche sulla Nazionale <<<
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