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Lazio, Rocchi: “Che emozione il gol con l’Inter a Pechino, ricordo che…”

Le dichiarazioni dell'ex capitano biancoceleste, grande protagonista nella finale di Supercoppa italiana con i nerazzurri a Pechino nel 2009

In vista della semifinale di Supercoppa Italiana in programma questa sera tra Lazio e Inter è stato intervistato dal Corriere dello SportTommaso Rocchi, che decise la finale tra biancocelesti e nerazzurri a Pechino nel 2009. Queste le sue parole. “La vittoria in Supercoppa italiana contro l'Inter nell'estate del 2009 resta uno dei momenti più emozionanti della mia avventura alla Lazio. Fare gol è bello per chiunque. La gente che va allo stadio si aspetta il gol e si esalta per i gesti tecnici. Io nella mia carriera credo di averne fatti diversi di belli. Ma se abbiniamo l'aspetto estetico all’importanza, quello di Pechino è il massimo. È stato decisivo in una gara importantissima”.

Ha capito subito che Mauri avrebbe fatto quella giocata, lanciando lungo in profondità?

È nato tutto da una rimessa in gioco. La palla gli è rimbalzata davanti e lui ha subito alzato gli occhi per vedere la mia posizione. Abbiamo letto in anticipo la giocata e questo ci ha permesso di prendere il tempo ai difensori. Sul suo lancio, io ero in anticipo, avevo preso quel leggero vantaggio che mi ha permesso di essere avanti a loro. Poi anche il controllo è andato bene: se il pallone fosse rimbalzato male, o se avessi sbagliato l'aggancio, loro avrebbero fatto in tempo a recuperare. Ma alla fine è andato tutto bene”.

Come nasce il pallonetto?

Appena fatto il controllo del pallone, ho visto il portiere fuori e la prima cosa che mi è venuta in mente è fare il pallonetto. È stato fatto tutto a velocità altissima, ed è venuto fuori un gol perfetto come costruzione”.

Quando ha visto il pallone spegnersi alle spalle di Julio Cesar cosa ha pensato?

Non posso dire che non ci credevo, visto che l’azione l’avevo immaginata proprio così. Ma è chiaro che vedere il pallone entrare e lo stadio impazzire di gioia, mi ha regalato un'emozione fortissima. La panchina che è entrata in campo, i compagni che esultano. Sensazioni indimenticabili”.

Cosa vuol dire per un giocatore mettere la firma su una finale?

La stessa emozione che regala il segnare un gol. La maggior parte di noi aveva vinto poco o niente in carriera. Abbinare alla Coppa Italia, vinta pochi mesi prima, la Supercoppa, è stato eccezionale. Anche alla luce dell'avversario che abbiamo affrontato e battuto. Farlo con un tuo gol regala ancora più valore a quel successo. In quella rete c'era tutto: la bellezza. l'importanza e il prestigio”.

A distanza di anni, cosa prova ad aver alzato al cielo due coppe con la fascia di capitano?

Una sensazione bella e in parte inaspettata. Quando sono arrivato alla Lazio c'è stato un processo enorme di crescita: siamo partiti da una squadra rifondata e gradualmente abbiamo alzato il livello. Ma arrivare a vincere un trofeo non era scontato. Vincerne due è stato fantastico. Al pari di giocare in Champions League. Il raggiungimento di un traguardo importante”.

Ci racconta qualcosa della vigilia? L'arrivo a Pechino e la preparazione del match.

Ricordo innanzitutto il grande caldo. E l'affetto della gente. I club di tifosi biancocelesti che ci hanno riempito di calore. La vigilia fu strana. Arrivammo allo stadio per la conferenza stampa e devo dire che fu un'emozione fortissima con tantissimi giornalisti e tifosi. Lì ho capito che ci stavamo giocando una finale. Che non era una partita come le altre”.

La Lazio partiva da sfavorita, eppure...

Siamo stati bravi a crederci e a combattere. Il livello dell'Inter era indiscutibile. Avevano una squadra di altissimo livello. Per portare a casa il trofeo dovevamo andare oltre al normale. E lo abbiamo fatto”.

Nel primo tempo lei e Zarate avete avuto delle occasioni, poi a inizio ripresa arriva la svolta.

Siamo partiti, bene e ce la siamo giocata al massimo delle nostre possibilità. Loro forse non si aspettavano una squadra così ben messa in campo. È chiaro che il doppio vantaggio ci ha dato una spinta in più, soprattutto nel difendere il risultato”.

Nel finale c'è stato l'assedio interista. Ma avete resistito...

Ci hanno martellato fino alla fine, per cercare di recuperare. Ma hanno trovato di fronte una squadra che ha voluto difendere a tutti i costi il risultato. Siamo stati bravi a difenderci e a ottenere il successo a tutti i costi”.


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