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Ex Lazio, Reja: “Roma piazza difficile. Su Tudor, Baroni e la Nazionale…”

Stefania Palminteri Redattore 
Le dichiarazioni di Edy Reja, ex allenatore della Lazio, sulla situazione dei biancocelesti e sull'esordio dell'Italia a Euro2024 in Germania

Il cuore a metà tra Italia Albania per Edy Reja, CT della nazionale balcanica dal 2019 al 2022. Sabato sarà a Dortmund per l'esordio, ma il tifo sarà ovviamente per gli Azzurri. Ai microfoni del Messaggero, l'ex allenatore della Lazio  ha parlato sia degli Europei che della situazione in casa biancoceleste.

Sylvinho ha sfruttato la sua scia? 

"E' un buon tecnico, gioca con il 4-2-3-1 o 4-4-2, ma ha ereditato un gruppo solido e formato. Succede sempre così. Anche alla Lazio Petkovic ebbe il vantaggio del mio lavoro per alzare poi la Coppa del 26 maggio. Io ho guidato un cambio generazionale in Albania, la Nazionale del 2016 era al tramonto, ho costruito la squadra per questo Europeo. E infatti dieci undicesimi sono quelli scelti sotto la mia guida".

L'Italia deve temere questo esordio?

"Assolutamente sì. L'Albania ha un carattere fortissimo e, anche tecnicamente, guai a prenderla sotto gamba. Tanti elementi sono maturati proprio nel nostro campionato. Da Djimsiti a Ismajili, passando per Hysaj, Bajrami, Asllani. Ramadani ha fatto una grande stagione a Lecce. Ci conoscono alla perfezione e sono ancora più motivati a batterci".

Chi dev'essere l'osservato speciale?

"Più di uno. Asllani, e davanti Broja e Manaj possono inventarsi sempre qualcosa. Anche Bajrami ha un piede magico, se è in giornata".

E, invece, il valore aggiunto dell'Italia?

"Il ct. Spalletti ha una marcia in più. Lo stimo tanto perché fa giocare ogni squadra in maniera divina. Credo abbia già in mente la sua formazione, per me andrà avanti con il 3-4-3, nonostante le ultime prove per testare l'intero materiale. Forse proprio con l'Albania, potrebbe studiare una variante tattica, magari un 4-3-1-2. Ha avuto poco tempo per cementare questo gruppo, ma lo sta plasmando col suo credo".

Non ha però campioni veri.

"Hanno buoni valori, ma qualche difficoltà. E infatti Spalletti ha dubbi. Ha sfruttato le amichevoli per capire chi è più in condizione. E' un momento un po' particolare per l'Italia, ci sono tanti giovani che devono emergere, ma hanno poca esperienza. Si sta chiaramente lavorando in prospettiva futura".

In questo Europeo si rischia di fare una comparsa?

"Non lo so. Auguro alla Nazionale il meglio, anche di arrivare in finale e sorprendere, ma sarà dura. Superare il girone è già il primo grande scoglio. Se carburerà pian piano, magari...".

Si poteva fare qualche scelta diversa? 

"Non credo, poi si è accanita anche la sorte. Tonali mancherà. gli esterni non sembrano top per poter fare il 4-3-3 come ai tempi di Insigne".

Chi può essere la sorpresa?

"Dico Scamacca, se troverà la continuità. Lui è forte, ha qualità e talento, ma è sempre un punto di domanda, non sai mai la resa che ti garantirà. E come lui, gli altri baby Buongiorno, Bellanova e così via".

Tudor è stato il suo vice, dopo tre mesi ha lasciato la Lazio.

"Sapevo che la sua forte personalità potesse diventare un problema. Igor ha le sue idee e le impone allo spogliatoio. Ci può essere un rigetto".

La Capitale brucia tanti?

"Roma è una piazza difficile, io parlai di cornice marcia esasperando il concetto, ma nemmeno troppo".

Come vede la scelta di Baroni?

"E' un allenatore valido, ha fatto due miracoli con Lecce e Verona. Gli hanno stravolto le squadre e lui ha mostrato abilità fuori dal comune. Secondo me farà benissimo. Lotito difficilmente sbaglia tecnico, farà ricredere i tifosi. I mugugni diventeranno applausi e passerà tutto".

De Laurentiis invece si è affidato a Conte per dimenticare una stagione da incubo.

"E' stato bravo a convincerlo, un gran colpo. E Napoli ridarà a Conte l'entusiasmo perso in Inghilterra. I partenopei torneranno a vincere ancora".