Nicolò Rovella si carica il centrocampo della Lazio di Baroni. Insieme a Guendouzi forma una cerniera di centrocampo di spessore tecnico-tattico assoluto, che abbina qualità e dinamismo alla capacità di dare il via alle iniziative offensive della sua squadra. È inevitabilmente il regista arretrato delle manovre biancocelesti, la maggior parte dei palloni passano da lui prima di muoversi in avanti e creare effettivamente azioni pericolose.
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Lazio, regista lussuoso e grande interditore: a Rovella manca solo il gol
Oltre ai problemi cronici legati alla pubalgia, aveva pesato sul suo ambientamento a Roma l'investimento da circa 18 milioni di euro per prelevarlo dalla Juventus, che forse lo ha lasciato andare senza fare bene i conti della serva. Oggi un centrocampista così dinamico, attento e dotato tecnicamente andrebbe a nozze con il gioco di Thiago Motta. E, sebbene non fosse nei suoi piani, anche ad Allegri avrebbero fatto comodo le sue caratteristiche.
Se lo gode la Lazio, che ha creduto fortemente nelle sue qualità e ha dato seguito alla richiesta espressa di Maurizio Sarri che, dopo aver visto sfumare l'arrivo in biancoceleste di Samuele Ricci, aveva individuato nel classe 2001 originario di Segrate la scelta giusta per il ruolo chiave di vertice del suo centrocampo. A posteriori verrebbe da dire che, in fondo, aveva ragione Lotito sul conto di Rovella e che non era indispensabile acquistare il mediano del Torino, nonostante questa decisione creò malcontento nel rapporto già non idilliaco tra Sarri e la società.
Imprescindibile in fase di non possesso, fa altrettanto bene quando ha il pallone tra i piedi: nasce da regista puro, poi la gavetta con la maglia del Genoa e l'esperienza con il Monza sotto la sapiente guida di Palladino lo hanno fatto crescere e non poco. Non più solista, dà il meglio di sé con un altro interditore al suo fianco e trova giovamento dal lavoro posizionale che Baroni ha imposto ai suoi centrocampisti dal suo arrivo in maglia biancoceleste.
Sabato sera, contro una delle squadre più dinamiche e aggressive in Europa come l'Atalanta, ha percorso 13,173 chilometri. Gigi Cagni aveva dichiarato recentemente su di lui: "L'ho visto nascere calcisticamente, io sono ligure e lui era molle mentalmente e nonostante le sue qualità tecniche evidenti tendeva a specchiarsi in campo. Ora è cresciuto e sta aiutando Baroni".
Ha trovato l'assist vincente per Dele-Bashiru solo pochi giorni fa, ora gli manca solo il gol: la gioia strozzata in gola a Parma per la perla dei primissimi minuti di gara grida vendetta. Domenica prossima ci sarà il derby, per lui il primo da titolare. Sente la responsabilità, è diventato un tutt'uno con il popolo biancoceleste con cui ora condivide ogni gioia in campo e fuori, un rapporto di simbiosi unico per un ragazzo nato da tutt'altra parte di Italia.
"Non lo diciamo a voce alta", ha dichiarato nel post partita contro la Dea ai canali ufficiali del club biancoceleste per glissare la domanda del conduttore in merito all'attesa del primo gol in biancoceleste con particolare riferimento al prossimo fondamentale impegno della Lazio di Baroni, che ha già avvertito: la squadra ha l'obbligo di non sbagliare la prestazione. Sarà fondamentale vedere in campo il miglior Rovella a servizio dei biancocelesti.
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