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Nata in un clima di rivoluzione indipendentista, incastonata tra il verde delle montagne basche e il blu del Golfo di Biscaglia, la Real Sociedad - prossimo avversario della Lazio in Europa League - è una delle 4 squadre spagnole di questa regione che da sempre ha cercato di raccontare una storia a parte da quella classica spagnola (insieme con Alavès, Osasuna e soprattutto Athletic di Bilbao).
Nata nel 1910 a seguito della scissione della sezione calcistica dal San Sebastián Sport Club - la prima società sportiva della città - con la nuova società che prende così il nome di Sociedad de Foot-ball de San Sebastián. Nome a cui l'anno seguente Re Alfonso XIII attribuì il prestigioso titolo di Real. Titolo scomparso per alcuni mesi del 1931: quando fu proclamata la Seconda Repubblica Spagnola, nel quale ogni simbolo o allusione monarchica era, di fatti, proibito.
L'inizio della storia del club basco è tutt'altro che semplice: non partecipa, non essendo iscritta al registro civile come società calcistica, ai campionati locali. Nonostante questo conquista, con il nome di Club Ciclista de San Sebastián, la prima - delle 3 totali - Copa del Rey della sua storia nella stagione 1909/10. Solamente 18 anni più tardi, nell'annata 1928/29, riesce finalmente a partecipare al campionato di Primera Division. Oggi, quasi 100 anni più tardi, la Real Sociedad è una pietra miliare della Liga e del calcio spagnolo: è infatti una delle 9 società a non essere mai scesa al di sotto della Segunda Division.
Attualmente settima in Liga (28 punti raccolti dopo 20 partite) la Txuri Urdin ("biancazzurra" in lingua basca) è dal 2019 sotto la sapiente guida di Imanol Alguacil che, dopo aver trascorso oltre un decennio sulla fascia della Real da giocatore, oltre a un gioco altamente qualitativo contribuisce in prima persona alla difesa dei valori della sua squadra fin dal suo arrivo in panchina. Iconica la frase con cui sottolineò come Lionel Messi non avrebbe mai potuto vestire la maglia biancazzurra in quanto: "Privo della normalità e dell’umiltà che contraddistinguono il mio club".
Il calcio di Aguacil si è sempre contraddistinto per un'estetica assoluta - oltre che di risultati di livello - tuttavia in questa stagione, la Real Sociedad non ha mostrato il solito gioco piacevole che l’ha distinta negli anni. La squadra ha alternato momenti di brillantezza a risultati inspiegabili, rendendo la prima metà della stagione un insieme di alti e bassi. Al netto delle difficoltà stagionali la Real Sociedad non rinnega mai il suo gioco: la mobilità del pallone è infatti un punto cardine del gioco di Aguacil, con la squadra che è settima in Liga nel conto dei passaggi completati (8011 su 10097 tentati) e che la rendono una squadra che va alla costante ricerca del momento giusto per infilare l'avversario ma che non rinuncia quando necessario alla rapida verticalità.
La squadra basca è infatti quinta nel proprio campionato per passaggi progressivi (ovvero quelli che portano il pallone verso la linea di porta avversaria ad almeno 10 metri dal suo punto più lontano negli ultimi sei passaggi, o qualsiasi passaggio nell'area di rigore) con 375 - a pari merito con il Celta Vigo e dietro solo a Real Madrid, Barcellona, Atletico e Girona -. Verticalità che però sta trovando poco sfogo, quest'anno, in fase offensiva: i biancoazzurri sono addirittura quintultimi in Liga per tiri in porta (62), con la squadra che sta trovando la sua fortuna in questa stagione in una fase difensiva di livello assoluto, sono infatti ben 11 clean sheet e appena 14 reti subite (solo l'Atletico di Madrid ne ha subite di meno: 13).
Ed è proprio intorno a questi dati che la Lazio dovrà costruire la sua partita: imperativo non lasciare il pallino del gioco (56.1% di possesso palla in Liga di media, addirittura il 57.8% in Europa League rispetto al 51.2% dei biancocelesti) alla squadra basca, chiudendo al meglio gli spazi per la verticalità quando verranno ricercati. Ancor più importante sarà sfruttare le occasioni che comunque lascerà la Real Sociedad (Remiro è primo per percentuale di parate in Liga: ben l'83.9%) per archiviare, contro una grande di Spagna, definitivamente il discorso qualificazione diretta.
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