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Raul Moro
Termina in un bagno di folla la seduta pomeridiana di allenamento di questo undicesimo giorno ad Auronzo di Cadore. Una ventina di minuti dopo l’arrivo di Claudio Lotito sotto le Tre Cime di Lavaredo Sarri fischia la fine dell’allenamento e la squadra si riversa ad abbracciare i tifosi presenti allo Zandegiacomo. Una mezz’ora di autografi e foto, con Lotito protagonista che si lascia sfuggire più di qualche parola. Intanto, i microfoni ufficiali dei canali biancocelesti hanno intervistato Raul Moro. Di seguito le sue parole.
"Stiamo bene, il ritiro è duro, ma è questo ciò che serve per arrivare bene all’inizio del campionato. La Serie A è un campionato molto difficile, fisco e tattico, al quale bisogna arrivare pronti. In fase di non possesso il mister chiede di chiudere spazi per non far passare gli avversari. L’anno scorso durante i primi mesi non pensavo di poter giocare così tanto. Nel finale poi non ho giocato molto. In ogni caso in questa stagione mi impegnerò per riuscire a giocare ancora di più. I più bei ricordi della mia carriera al momento sono legati all’esordio a Torino. Anche quest’anno ho avuto molti minuti a disposizione, ma nella prossima stagione mi auguro di averne di più a disposizione sfruttando le mie occasioni.
Dopo un anno passato con grandi ho capito come funziona il calcio, ma posso ancora crescere molto guardando i grandi davanti a me. Pedro penso che sia il giocatore più forte che ho avuto accanto nel corso della mia carriera. Come giocatore vale dieci, come uomo cento. Quando ho saputo che stava per arrivare ho mandato a Romero un messaggio di benvenuto e lì è iniziata una bella amicizia. Sto cercando di crescere dal punto di vista dell’aggressività. Questo aspetto in Serie A fa la differenza. Mi ricordo ancora bene la semifinale di Coppa Italia Primavera, il mister ci aveva avvertito della forza di Cancellieri. Ammirai come fosse un giocatore potente e fisico, colpì due pali e con un pizzico di fortuna avrebbe potuto anche conquistare il passaggio del turno”.
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