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Un passo per entrare nella storia della Lazio che è ancora tutta da scrivere. Stefan Radu a Udine ha collezionato la presenza numero 401 (con 6 trofei vinti) agganciando in vetta a questa speciale classifica biancoceleste Beppe Favalli ormai destinato a perdere questo primato. «Non pensavo di arrivare così lontano. Ho proseguito partita dopo partita. Sono 13 anni che gioco e ancora ce la faccio» le parole del romeno subito dopo la vittoria a Udine pronto a scavalcare Favalli. A 34 anni Radu ha confermato di essere un elemento imprescindibile per la squadra che, quando è stato costretto in tribuna dall’operazione all’inguine, ha maledettamente sofferto collezionando tre sconfitte in quattro gare.
SALTO
A Monaco contro il Bayern ha disputato la sua prima gara da titolare in Champions dopo aver superato con un recupero record l’operazione all’ernia inguinale eseguita a Villa Mafalda dal prof. Barillari lo scorso 18 febbraio. Romeno di nascita (è nato a Bucarest) ma romano di adozione (ha la Lazio nel sangue e considera il derby della finale di Coppa Italia del 26 maggio «la partita più bella mai giocata») l’esordio di Radu è datato 30 gennaio 2008 quando Delio Rossi lo fece giocare in Coppa Italia a Firenze. Inizialmente impiegato come centrale in una difesa a quattro, con Simone Inzaghi si è spostato a sinistra nella difesa a tre. Testa alla Champions e contratto in scadenza per lui è già pronto il rinnovo per un’altra stagione con possibile opzione per quella successiva.
Cittaceleste.it
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