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Provedel
Una notte magica che non dimenticherà mai. Ivan Provedel, ci ha messo la testa dopo un inserimento da attaccante vero, rispolverando un pezzo di repertorio della gioventù. Il portiere biancoceleste è l'eroe dell'esordio casalingo della Lazio in Champions League. La mamma Elena Kalinina, arrivata in Friuli da Mosca 31 anni fa, lo ha raccontato a La Gazzetta dello Sport, a partire dagli esordi fino alla meritata considerazione della Nazionale e dei grandi del suo ruolo.
"Non è fortuna è amore, passione. E, soprattutto sacrificio. Lo portavamo dappertutto. Ma lui si lamentava del fatto che il papà andasse poco a vederlo. Doveva mandare avanti l’azienda. Ivan si merita tutto. Ha inseguito il suo unico desiderio. È partito da attaccante, ma voleva giocare in porta. Fino a 15 anni ha fatto la punta" - racconta la mamma.
Un attaccante, ma non il mito di Francesco Toldo: "Guardava le cassette del suo idolo Toldo e in giardino con la nonna lo imitava. E io in casa gli facevo i piatti russi: le minestre, il gulasch con i piselli, le crêpes con la marmellata. Li adora ancora oggi. A 16 anni è andato all’Udinese. Poi al Chievo, al Pisa si è guadagnato il posto".
C'è un forte legame con la Russia, paese della mamma: "Tra poco smetto di lavorare e vado a Roma ad aiutare Ivan. Che è un papà meraviglioso, ma ha bisogno di me. E le dico che ieri mi hanno chiamato in tanti dalla Russia. Tifano per lui, dicono che è un russo che gioca in Italia".
Ma un grande fan di Ivan è soprattutto un mostro sacro nel suo ruolo come Gigi Buffon: "Quando a Empoli fu operato due volte lo chiamò, Ivan pensò a uno scherzo. Ora se lo trova in Nazionale. Per lui è un mito assoluto".
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