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Zaccagni, Dia, Rovella e Vecino
Ha trascinato la Lazio alla vittoria contro il Cagliari appena due giorni fa. Lo ha fatto, al rientro dopo una forte gastroenterite, senza spazio per pensieri complessi e articolati, senza considerare l'attesa snervante che lo hanno diviso dal pallone che ha poi magistralmente insaccato nell'angolo della porta difesa da Scuffet.
Lui che è oggi il capitano dei biancocelesti ed era arrivato da neo-capitano dell'Hellas Verona, la squadra che lo ha formato e che più di tutte ha creduto nelle sue qualità. Sempre con il 10 sulle spalle, sempre con la stessa rincorsa, Zaccagni ha cambiato poche cose del suo stile di gioco, impreziosendo il suo repertorio tecnico ma rimanendo sempre un calciatore affidabile se non altro dal punto di vista dell'applicazione.
Lo sapeva bene Sarri, che ha rinunciato a lui pochissimo, perlopiù nel primissimo periodo di ambientamento al suo arrivo, per poi riconoscergli sempre la sua duttilità e il suo valore in campo, tra equilibrio e capacità di gestire il pallone in situazioni non molto comode per lui e per la squadra.
E contro il Porto, domani sera all'Olimpico, Zaccagni ritrova una delle sue vittime: contro os dragões aveva segnato un gol di pregevolissima fattura in terra lusitana che aveva aperto lo sfortunato doppio confronto del febbraio 2022, che ha visto poi la Lazio uscire al ritorno per effetto del complessivo 3-4 maturato in favore degli ospiti.
Stavolta Zaccagni non vuole cedere il passo, è maturato in questi anni e vuole portare via punti pesanti contro i portoghesi, punti che vorrebbero dire molto sulla stagione della Lazio. E dopo la gioia in campionato contro il Cagliari, il capitano biancoceleste circa il bis per chiudere un cerchio che si era aperto con quel colpo di tacco che aveva fatto stropicciare gli occhi ai tifosi capitolini appena due stagioni fa.
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