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Baroni
Nel corso di un'intervista rilasciata a Il Resto del Carlino, Fabio Poli ha commentato da doppio ex la sfida dal sapore europeo tra Lazioe Bologna, in programma domenica 24 novembre alle ore 20:45. Queste le sue parole sul match: "Il gioco del Bologna non mi convince. Il lavoro di Italiano quest’anno è difficile. In campo vanno i giocatori e alla fine sono quelli che determinano, però fin qui non ho visto una qualità di gioco paragonabile a quella della scorsa stagione.
Sul match di domenica sera, Lazio-Bologna
"E' la mia partita del cuore. Bologna è casa mia, ma anche alla Lazio i tifosi mi fanno sentire a casa: ogni volta che li incontro mi trattano come uno che con quella maglia abbia vinto uno scudetto. Quella del 1986/87 annata indimenticabile: con Fascetti in panchina e quei 9 punti di penalizzazione che avrebbero steso un toro. Fu una grande sofferenza, ma alla fine arrivò il mio gol a Napoli nello spareggio col Campobasso. Sono passati quasi quarant’anni, ma per i laziali sono rimasto un mito.
Su mister Baroni
"Fu mio compagno al Bologna in Serie B, nel 1991-92. Non ho bei ricordi: Baroni arrivava dal Napoli e legò subito con Pazzagli, Gerolin e Incocciati, ingaggiati anche loro in estate. Si crearono due gruppi che spaccarono lo spogliatoio: da una parte i nuovi arrivati e dall’altra noi della vecchia guardia, io, Villa, Mariani, che eravamo molto legati a Maifredi. Ma gli altri spingevano per Sonetti e alla fine i dirigenti ascoltarono loro: Gigi saltò e arrivò Sonetti. Per Baroni allenatore, invece, giù il cappello: ha plasmato una Lazio che fa cose semplici, ma che è bella ed efficace: tutti in campo si muovono all’unisono e sanno esattamente cosa fare. E là davanti c’è quel Castellanos che mi piace da matti."
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