Una vera e propria rinascita quella di Pedro con la maglia della Lazio, dopo la passata stagione con i giallorossi. Lo spagnolo, quest'anno, ha già migliorato le proprie statistiche dello scorso campionato. Dopo 29 presenze ha raggiunto quota 8 reti, oltre a 4 assist, in Serie A. Pedro, intervenuto ai microfoni di Radio Marca Tenerife, ha tirato le somme della sua carriera e ha parlato del suo futuro: "Sono molto contento della mia carierra. Forse ci sono alcuni giocatori con meno numeri, ma più conosciuti grazie ai media. Non condivido quasi nulla della mia vita personale e forse può influenzarmi, ma sono calmo, do molto valore a tutto ciò che ho realizzato".
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Notizie Lazio Pedro: “Futuro? Ho ancora un anno di contratto, poi…”
Grande stagione per Pedro con la maglia della Lazio. In un'intervista lo spagnolo ha parlato di quello che potrebbe essere il suo futuro.
Sul futuro: "Lascio tutto aperto per il futuro, anche se è vero che ho una serie di fattori personali che potrebbero essere determinanti. Vorrei essere più vicino a Barcellona per poter divertire di più i miei figli. È ovvio che il calcio ha queste cose negative, nel senso che limita molto la tua vita personale. Perdi molte cose a causa del calcio ed è vero che ti possano capitare momenti brutti. Devi pensare che devi mettere la felicità prima del lavoro. Al momento ho ancora un anno di contratto alla Lazio, poi quando sarà finito vedrò cosa farò. Non so cosa succederà, ma per ora rimarrò qui. Penso di avere ancora uno o due anni di calcio".
Sul Barcellona: "Quando sono arrivato a La Masía è stato un momento di grande incertezza. Sono andato con i miei genitori e il coordinatore di base è venuto a cercarci. Per me è stato spettacolare arrivare lì per il test. E' stato impressionante per me quello che ho vissuto lì. Essere ambidestri? Nel mio caso è il risultato di un duro lavoro. Avevo un allenatore a San Isidro che era Iván Rodríguez, che teneva molto al fatto di gestire entrambe le gambe allo stesso modo".
Su Tenerife: "Mi sento identificato anche con altri luoghi, ma la terra è la terra. Continuo ad essere strettamente legato all’isola. Anche con diversi progetti che ho a Tenerife. Sono consapevole di quello che accade alle Isole Canarie. È da dove vengo e ne sono orgoglioso. Adattarsi? Per i canarini è complicato perché la vita è molto diversa. È un po’ difficile adattarsi, ma col tempo finisci per farlo perché coincide con più colleghi che vengono da altre parti della Spagna".
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