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Pedro: “Vi racconto il rapporto con Sarri. Alla Lazio sono rinato anche come uomo”

Pedro
Tutte le parole del biancoceleste Pedro, intervenuto al microfono di Alfredo Pedullà, parlando a 360° tra il suo passato, presente e futuro

Giocatore unico, in grado di alzare il livello tecnico e tattico della propria a squadra a prescindere dall'età. Perché la carta d'identità oggi racconta di 36 primavere già alle spalle ma nonostante questo Pedro, in questa prima parte di stagione, continua a rivelarsi il valore aggiunto di questa Lazio. Raramente Sarri si priva di lui, specialmente a gara in corso. Tuttavia anche quando è stato chiamato in causa dal primo minuto raramente ha deluso le aspettative. Intervenuto ai microfoni di Alfredo Pedullà, il canario ex Barcellona, si è raccontato tra passato, presente e futuro.

Praticamente il meglio di Santa Fé.

Una canzone speciale per me qui, mi piace moltissimo e ho vissuto tanti momenti belli con questa canzone. Sarà un ricordo per tutta la vita”.

È un talismano?

Penso sia stata un’amuleto, un talismano. La ricordo bene: quando ho fatto qualcosa durante la partita esultiamo poi sotto la Nord tutti insieme con questa canzone”.

Numeri, record: non basterebbero quaderni. Ma il record di un gol in ogni competizione della stagione…

È stato incredibile, l’ho fatto come primo giocatore nella storia. Poi l’ha fatto anche Messi, ma immagina cosa significa Leo per il calcio. È stata un0emozione incredibile, ringrazio Guardiola se ho potuto farlo col Barcellona”.

Messi il migliore della storia?

Per me sì, ma perché l’ho visto da vicino. Ha numeri incredibili, anche se poi ogni epoca ha avuto giocatori incredibili come Pelè, Maradona, Cruyff. Tanti giocatori che hanno fatto epoca, e sicuramente ce ne saranno altri. Ma se devo sceglierne uno, per me è sicuramente Messi”.

C’è una classifica dei calciatori con cui ha giocato? Penso a Ronaldinho, Henry… il brasiliano aveva la tua stessa gioia.

Paragonarsi a Ronaldinho è difficile. Ho avuto la fortuna di vincere tanto, ma lui è stato spettacolare. Ho giocato con giocatori fortissimi, come anche Xavi e Iniesta”.

Mondiale ed Europeo: medaglie indimenticabili?

Penso di sì, è il massimo per un giocatore vincere titoli di questo tipo. Speriamo di poterne vincere di più come Spagna, per me è stato speciale”.

Cosa ha rappresentato Guardiola per te?

Come un padre, mi ha fatto crescere come giocatore dandomi l’opportunità di arrivare in prima squadra e fare quello che so fare oggi. Ho imparato tantissimo con lui, gli devo la vita. Ha avuto fiducia in me in un momento difficile a Barcellona”.

Nel 2015 fai un gol straordinario contro la Real Sociedad, otto anni dopo com’è ricordare quel gol?

Uno dei più belli in carriera, una giocata veloce. Ricordo un passaggio, la palla alta e la mia sforbiciata. Non è mai semplice segnare così, per me è stato molto speciale e lo ricordo molto bene”.

Di recente hai detto che torneresti al Barcellona.

Sì, è vero: è una squadra che è nel mio cuore. So che è molto difficile tornare, ci ho provato spesso in passato. In questo momento è difficile, io sto bene qui alla Lazio, con i compagni, i tifosi e la società”.

Nel 2015 il trasferimento al Chelsea: forse pochi 30 milioni?

Sì, secondo me pensando ai prezzi di oggi. Poi sono cifre alte in assoluto”.

Sarri dice che alla vigilia della finale di Europa League: “Giroud, Pedro e altri nove”.

Sì, l’ha raccontato e mi ha fatto ridere. È stata una cosa interessante, bella. Abbiamo sempre avuto questo rapporto, è sincero e parla sempre in faccia. Poi ha molto carattere, vuole sempre vincere e migliorare. Questo mi è sempre piaciuto, come la sua idea di gioco che è simile a quella del Barcellona. Con Maurizio ho sempre avuto un bel rapporto, mi ha sorpreso però quella cosa prima della finale. Incredibile perché mi ha fatto giocare un’altra finale, facendomi vincere un altro trofeo importante. Anche se ovviamente la Champions è un’altra cosa”.

Ti senti sottovalutato in carriera?

No, ma magari pensa al fatto mediatico Sarri quando lo dice. Non si parla spesso di me, ma non mi sento sottovalutato”.

Al Chelsea incontri Mourinho. Come è andata con lui?

Bene, l’ho sempre rispettato per quello che ha vinto. Al Chelsea mi ha fatto giocare in una bellissima squadra, abbiamo vinto trofei e lo ringrazio”.

Dopo il derby dice che potresti fare il nuotatore.

Sì, mi ha fatto molto ridere, ma lui è così lo conosco bene. Ma l'aveva fatto anche quando abbiamo vinto 5-0 con il Barcellona con lui contro il Madrid o il 4-0 con il Chelsea contro lo United. L'anno scorso sempre nei derby di Rona ne ha dette altre. Ma lo conosciamo, so che lo fa quando non parla dell'arbitro o del calendario o di un giocatore che si butta a terra. Io lo conosco bene lui, so che lui lo dice anche per non parlare troppo del derby che qua genera molta tensione. Lo conosco bene, l'ho avuto come allenatore, so che parla di queste cose per questo motivo”.

Cosa non va con la Roma?

Non lo so, non mi era mai successo in carriera. Non è mai facile andare in nuovo Paese, tra adattamento e nuovo spogliatoio. Penso possa condizionare. L’allenatore mi aveva detto che voleva giocare con il 4-3-3, invece giocavamo con il 5-3-2 o con il 5-2-3 con Fonseca. Mi chiedeva tante cose non nelle mie caratteristiche, come arretrare il raggio d’azione per prendere il pallone. Non era nelle mie corde, ma non è una scusa perché, lo dico sempre, i giocatori importanti devono fare tutto. Non so perché, se per il mio rendimento, mi ritrovai fuori rosa. Succede nel calcio”.

Il passaggio alla Lazio?

È nato perché in conferenza ero uscito che fossi fuori rosa. Hanno chiamato in tanti, tra cui Sarri che mi ha chiesto cosa succedesse. Io risposi che non sapevo, che era una decisione loro e che mi allenavo con i Primavera. Era solo la telefonata di un allenatore amico, non avevamo mai parlato di venire alla Lazio. Per la mia testa è stato difficile affrontare il fatto di essere fuori rosa, poi ho iniziato a guardarmi intorno. Anche perché volevo parlare con Mou, con il club o con il presidente, ma non mi è stato mai permesso. Mi sembrava strano il club mi diceva che non si poteva parlare. Ma va bene così”.

Poi decidi per la Lazio in dieci minuti.

Dopo tre settimane torno a parlare con Sarri, che mi propone di venire qui. Io avevo lavorato con lui, c’era l’opportunità di venire in una grande squadra. E mi sono detto che dovevo andare”.

Arrivi e quattro giorni dopo sei titolare.

Lui mi conosce bene, per questo sapeva che ero pronto per giocare. Sapeva che avevo voglia di dimostrare, che ero pronto. Ho giocato contro l’Empoli, non è stata una gara facile senza preseason, ma ho giocato con tanta voglia”.

Cosa hai trovato alla Lazio?

Una squadra che mi ha fatto rinascere, prendere energia e forza. Mi sono sentito a casa per tutto, da come mi hanno accolto i compagni nello spogliatoio, a come lo hanno fatto i tifosi. Mi sembra di essere in una squadra unica, come a casa. Quando sono arrivato qui sono rinato come giocatore e persona”.

Il momento della Lazio?

Vogliamo essere più avanti, abbiamo iniziato male ma vogliamo continuare come fatto nelle ultime gare ben giocate. Dobbiamo trovare continuità, ci sta mancando ora ma abbiamo tutto per trovarla: da una bella squadra ai nuovi che sono molto forti e si stanno adattando bene. Manca la continuità di gioco e risultato”.

A luglio 37 anni, a Tenerife ti vorrebbero. Tu hai deciso il tuo futuro?

Ancora no, è difficile. L’età è una cosa importante, sono in un momento in cui penso solo alla Lazio. Mancano tante gare, poi vedremo. Alla fine della stagione parlerò con il presidente e con Sarri, che penso continui qui. Lì vedremo cosa fare”.

Cosa farai a quarant’anni?

Non lo so, chi si ritira mi dice sempre che vorrebbe tornare. Immagino che questa sarà la mia strada, il calcio”.

Anche da allenatore, come Fabregas?

Non so, vediamo. Non si sa mai quale sia la strada giusta nella vita. Mi fa piacere vedere Cesc come allenatore del Como, diventerà un tecnico molto importante per mentalità e carattere”.

Chi vince lo Scudetto?

Secondo me in questo momento quella che gioca meglio il calcio in Italia è l'Inter: Per me stanno giocando bene e mi sembra difficile che perdano partite ma vediamo alla fine. Si sa che è lunga la stagione”.

Vedi la Champions equilibrata o con qualcuno davanti?

Io la vedo equilibrata, tante squadre forti. Ci sono poi quelle 4/5 squadre che arrivano sempre in fondo”.

Se dovessi fare un nome?

È sempre la Champions, è sempre difficile arrivare alla finale ma penso che la più forte ora sia il City”.

Tra i nuovi il più matto è Guendouzi?

Sì, ha una personalità diversa rispetto agli altri. È importante, sta benissimo ed è in fiducia. Ha una grande mentalità, mi piacciono i giocatori così e si vede anche in campo”.

Il posto più bello di Roma?

Difficilissimo, ci sono tanti posti”.

Un posto a Barcellona?

Per rilassarmi andavo al porto olimpico, tra riposo e paella con gli amici”.

E a Londra?

Il quartiere di Chelsea, mi è piaciuto molto vivere lì. Sono posti artistici, carini. È bello andare lì con gli amici, in un ambiente unico”.

Nel tuo 4-3-3: carbonara, amatriciana o grigia?

Carbonara, per distacco”.

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