Non può che risuonare, al triplice fischio di Stefanski, Raffaella Carrà per tutto lo Stadio Olimpico. Il protagonista è sempre lo stesso e "Pedro, Pedro, Pedro, Pedro Pè" si prende la scena ballando e saltando accompagnato dalla voce della Curva Nord. Toglie le castagne del fuoco lo spagnolo che al 55° entra e al 58° è già stretto tra gli abbracci dei compagni dopo il gol del 2-1. Entra e mette le ali a una Lazio che dopo Bergamo è bella anche in casa e lo è ancora senza Immobile e con Luis Alberto per altri 90 minuti in panchina. Lo spagnolo non entra neanche a gara in corso e vede solo da seduto il suo connazionale far volare la Lazio.
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Pedro è una ventata di aria fresca. Entra, segna e mette le ali alla Lazio
Probabilmente la prossima volta Pedro scenderà in campo con una taglia in meno di scarpini visto che di poco più di un millimetro è oltre l'ultimo uomo in occasione del 3-1 poi cancellato dal Var. La carta d'identità non mente e le primavere del canario sono 35, ma lo sono solo su di un pezzo di carta: quando scende in campo lo fa con la fame e la voglia di un ragazzino. In un ragazzino lui si rivede e ieri sera lo ha nuovamente incensato di belle parole: Luka Romero. Proprio quel giovane talento che ad Auronzo gli ha fatto da ombra seguendolo e ammirandolo in ogni passo ieri è entrato con la voglia di spaccare il mondo. Luka Romero sarà il futuro, il presente per ora si chiama ancora Pedro: un 35enne con la fame di un ragazzo.
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