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Lazio, Pasqui: “Grande dedizione. Mi imbarazzo a parlare di Pedro, lui è…”

Immobile e Marcos Antonio
Le dichiarazioni del prepraratore biancoceleste Pasqui al termine della seduta pomeridiana ai microfoni del canale ufficiale della società
redazionecittaceleste

Termina anche la seduta pomeridiana allo Zandegiacomo. La Lazio è scesa in campo alle 17:45 per preparare al meglio la sfida di domani pomeriggio alle 18:00 contro la Triestina. Ai microfoni del canale ufficiale della società è intervenuto Mattia Pasqui, preparatore biancoceleste. Queste le sue parole. “Il ritiro procede bene, abbiamo un pubblico caloroso che ti fa sentire veramente a casa, è fondamentale. Però quello d cui abbiamo parlato anche tra noi è l’applicazione e la dedizione avuta dai ragazzi. Sembra di aver riacceso un interruttore dopo Empoli, li abbiamo ritrovati carichi con voglia di proseguire il percorso che abbiamo iniziato. C’è grande applicazione e dedizione di tutto il contesto Lazio.

Sicuramente dal punto di vista fisico individuale hanno concordato i lavoro con lo staff, con i preparatori.per la parte tattica lavorando da due stagioni -questa è la terza - con il mister, gli automatismi iniziano a essere immagazzinati e tiri fuori il lavoro fatto durante l’anno, che ci ha portati al secondo posto. In ritiro hai più tempo per lavorare, durante l’anno è difficile avere la settimana tipo. Qui c’è più tempo per lavorare in modo lineare con i reparti. La soddisfazione più bella per chi fa il nostro lavoro è trovare gli automatismi nei giocatori, un giocatore che accorcia in un secondo in meno rispetto al primo anno. Significa che il lavoro procede bene, sappiamo di aver fatto una grandissima stagione e vogliamo ripeterci, pur sapendo che è difficilissimo. Serve maggiore sforzo, gli avversari ti conoscono.

Ma è uno stimolo per tutti. Il lavoro è più lineare rispetto agli altri anni anche se le partite sono molte, la difficoltà con le partite di Champions è che c’è una maggiore spesa di energie mentali. A volte anche chi è in panchina spende molte energie mentali rispetto a chi gioca. Dobbiamo essere bravi a lavorarci e a farci trovare pronti. Pedro? Parliamo di un fuoriclasse, mi trovo in imbarazzo a parlare di un giocatore con questa mentalità. È un ragazzo che nei circuiti tecnici che facciamo con Marco fa vedere entusiasmo. È un giocatore a cui brillano gli occhi, come un ragazzino per la rima volta in prima squadra. Quando un calciatore ha questo approccio trascina tutti, è un esempio per tutti.

Io vivo il mister quotidianamente, lui non è uno che dà riferimenti. Spesso in passato gli hanno detto che faceva poco turnover, ma poi vedendo i numeri abbiamo visto che effettivamente ruotava molto i giocatori. La difficoltà sta nell’approccio e nella tenuta mentale, tenendo più in bilico forse possono avere un approccio più aggressivo, ma in Champions questo viene in automatico. La bravura deve essere affrontare la partita pre e post Champions nello stesso modo. Questo è il vero salto di qualità di una squadra forte. Cambiare modulo? Va chiesto a Sarri. Noi cambiamo alcuni movimenti, spesso in base alle uscite della squadra avversaria. Noi non facciamo cose sempre uguali e monotoni ma dipende anche dagli avversari e dai moduli. Siamo pronti a ogni tipo di modulo per sfruttare a nostro vantaggio le caratteristiche avversarie”.