Sette stagioni alla Lazio, prima con Pioli poi con Inzaghi. Quindi l’addio al calcio e il nuovo ruolo da commentatore Dazn. Ma soprattutto grande protagonista di un altro Lazio-Milan disputato il 24 gennaio, nel 2015, quando stese i rossoneri con una doppietta. Protagonista di quell’annata da record per lui - ben dieci reti - fu Marco Parolo, intervistato oggi dalla Gazzetta dello Sport proprio in vista della gara di martedì. Di seguito le parole dell’ex biancoceleste. “Incredibile di nuovo un Lazio-Milan di 24 gennaio. Solo che stavolta non ci sono io che segno due gol ai rossoneri. È la squadra a cui ho segnato più gol in carriera: cinque! Non ho mai più segnato così tanto come con Pioli, che ora sta vivendo un momento di difficoltà ma che riuscirà a uscirne fuori come sempre. Perché oltre a essere un maestro dal punto di vista tattico, ha due grandi armi: il dialogo con i giocatori e le motivazioni. In momenti come questo in cui va tutto storto, lui riesce a toccare le corde giuste”.
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Lazio, Parolo: “Giocatori innamorati di Sarri. Pioli e la doppietta al Milan…”
Sull'esperienza con Pioli alla Lazio: “Annata 2014-15, la prima di Pioli. Iniziamo con tre sconfitte nelle prime quattro giornate. Prima della sfida con il Palermo appende la classifica nello spogliatoio e ci dice che non meritavamo una posizione simile. ‘Siete forti, dimostratelo’. Dopo tre giorni andiamo a Palermo e vinciamo 4-0. Segnai anche io… È uno che parla con tutti. E poi è bravo ad allenare la tensione con frasi a effetto, giochi, scherzi o citazioni di film. Ha presente 'Ogni maledetta domenica', il film con Al Pacino sul football americano? Ecco, una volta Pioli ci ha fatto vedere il famoso discorso riferito alla squadra che lotta per un centimetro. Aveva in mano la squadra, si creò un'alchimia unica. E infatti arrivammo terzi”.
Sulle difficoltà del Milan: “In Supercoppa si sono viste due squadre con energie mentali differenti. I giocatori dell’Inter hanno giocato con gli occhi della tigre, come se fosse una rivincita, e questo si è visto. I rossoneri erano scarichi mentalmente. Ed è come se la magia dell’anno scorso fosse svanita. Se analizziamo il campionato, comunque, il Milan ha un solo punto in meno rispetto all'anno scorso. I sei mesi alla grande del Napoli hanno stravolto la classifica, e tra l’altro i rossoneri non si sono rinforzati. Per me la squadra è più debole rispetto all'anno scorso. Intanto ha perso Kessie e Romagnoli, poi ha avuto diversi infortuni fondamentali, tra cui Maignan, Calabria e soprattutto Ibra, fondamentale nello spogliatoio. E cito anche Krunic, uno dei jolly più importanti di Pioli. Inoltre, Giroud e Theo sono tornati scarichi mentalmente dal Mondiale”.
Su de Ketelaere e Felipe Anderson: “Ha bisogno di libertà e spensieratezza. Se il Milan gli avesse affiancato un altro grande colpo, magari Botman o Renato Sanches, avrebbe avuto meno pressioni. Il belga ha talento e si vede, ma sta vivendo una fase di difficoltà. Gli consiglierei di fare come Felipe Anderson… Essere più libero, incosciente. Nel 2014-15 ho vissuto il miglior Felipe mai visto, reduce anche lui da un’annata difficile. Otto anni fa era puro istinto, quand'era in campo pensavi ‘ecco, ora che c'è lui siamo fortissimi’. Ricordo che nel derby del selfie di Totti, finito 2-2 con gol di Felipe, Florenzi mi si avvicinò dopo un calcio d’angolo. ‘Ma questo come si ferma?’, disse. Segnò 10 reti. Era nel contesto giusto, poteva fare qualsiasi cosa. Pioli è un maestro nel dialogo e nei rapporti umani. Valorizzerà De Ketelaere come ha fatto con Tonali, Kalulu e Leao, anche loro esplosi con il tempo. Ecco, magari il mister non è fortunato con le coppe, visto che nel 2015 perdemmo la finale con la Juve per un doppio palo incredibile di Djordjevic…”.
Sull'esperienza di Sarri alla Lazio: “I giocatori si sono innamorati di lui a livello tattico. Tutti, quando ci parlo, mi assicurano che Sarri è un maestro. Sono con lui al 100%. Quando ho visto Luis Alberto tornare in difesa ne ho avuto la dimostrazione. E poi ero sicuro che alcuni di loro avrebbero fatto benissimo. Mi riferisco Cataldi, Lazzari e Zaccagni. Quest’ultimo è da Nazionale”. Sulle voci di mercato relative al Milan: “Mi cercarono un paio di volte, anche se ai tempi del Cesena non ho avuto conferme. Nel 2015 invece ci provò Galliani, ma Lotito disse ‘No, Parolo non si tocca’”.
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