Porta solo dubbi - e polemiche - l'arbitraggio distratto e incoerente di Juan Luca Sacchi, fischietto della sezione di Macerata e arbitro di Lazio-Parma. I biancocelesti acciuffano il pareggio nel finale grazie all'infinito Pedro, che in pochi minuti confeziona due gol d'autore e risponde alla doppietta del collega crociato Ondrejka. I padroni di casa cercano il gol nel finale che varrebbe una clamorosa rimonta e tre punti fondamentali nella rincorsa alla Champions League. In area ducale arriva un pallone vagante, se lo contendono i due leader difensivi di Baroni e Chivu.
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Lazio-Parma, Del Prato “rinvia” Romagnoli in area: l’errore di Sacchi e sala Var
Romagnoli anticipa nettamente Del Prato, che nel tentativo di spazzare il pallone il più lontano possibile, colpisce inavvertitamente il numero 13 biancoceleste: i replay del contatto non lasciano spazi a dubbi interpretativi, è il centrale di casa a toccare nitidamente il pallone e a essere poi atterrato dopo il calcio goffo del capitano ospite. Sacchi è posizionato benissimo a circa sei o sette metri dall'azione e ha la visuale sgombra da ostacoli, ma la prima decisione, da campo, del direttore di gara è di lasciar correre. Si attende quindi l'ausilio del Var, con Ghersini e Meraviglia che potrebbero - e dovrebbero - richiamare Sacchi a un On field review.
Da Lissone, però, non arrivano comunicazioni particolari e il gioco riprende, anche se per pochi istanti, prima del fischio finale. Restano fortissimi dubbi sulla decisione presa da campo dal direttore di gara, poi confermata dal duo Var: l'entità del contatto non è violenta, ma tanto dovrebbe bastare, anche per dinamica - l'anticipo di Romagnoli e il conseguente rinvio a vuoto di Del Prato sono molto nitidi -, per garantire la massima punizione ai biancocelesti. Soprattutto nell'epoca Var in cui simili contatti portano, il più delle volte, all'assegnazione quasi sistematica di calci di rigore - sì veda, a esempio, il calcio di rigore assegnato all'Atalanta contro il Lecce per un fallo di Karlsson su Cuadrado, poi trasformato da Retegui -.
Una prova generale, quella di Sacchi, davvero molto disattenta. Il fischietto di Macerata opera una gestione dei cartellini incomprensibile: non ammonisce Hainaut, autore di un paio di falli - tra cui una trattenuta vistosa su Rovella e un pestone violento su Zaccagni - meritevoli di sanzione, gestisce in maniera approssimativa i contatti e spesso viene aiutato da suggerimenti in cuffia dei suoi assistenti. Che colorano a modo la sua prova: benissimo Bindoni nel primo tempo, preciso e puntuale. Male, anzi malissimo Tegoni nella ripresa, che addirittura si perde un fallo a millimetri dalla sua figura di Hernani su Pedro. Pestone evidente e cartellino giallo - uno dei tanti - risparmiato.
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