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Lazio, Papadopulo: “Vi racconto quel derby con Di Canio. Liverani? Lo convinsi a restare”

redazionecittaceleste

L'ex allenatore della Lazio, Giuseppe Papadopulo, è recentemente tornato a parlare di quello storico derby vinto con Paolo Di Canio in campo

ROMA - Giuseppe Papadopulo, allenatore della Lazio in quello storico derby vinto il 6 gennaio 2005 dai biancocelesti grazie alle reti di Di Canio, Cesar e Rocchi, è intervenuto questa sera a Radiosei. Ecco le sue parole:

SULLA STAGIONE

"Momento triste per tutti, speriamo che presto la situazione possa migliorare. Dopo certe esperienze da allenatore ho scelto di seguire il calcio, da tifoso. Da tifoso naturalmente della Lazio. Mi sono preso delle belle soddisfazioni professionali e mi sono fatto da parte per lasciare spazio. Ricordo, agli albori della mia attività, che c'erano degli allenatori che proprio non ne sapevano di lasciare la panchina. Sembra un po' come la politica".

SU DI CANIO

"Di Canio? Prima del derby del 6 gennaio c'era bisogno di carica. Prima della partita si parlava solo di quanti goal avremmo subito. Tutto ciò che serviva per carica l'ambiente era ben accetto: inno compreso".

SU QUEL DERBY

"Facemmo quindici giorni di allenamento prima di quel derby. In quel lasso di tempo capii quale squadra mandare in campo. Loro andavano a mille e noi avevamo moltissimi problemi. La difesa era stata privata di giocatori importanti e noi eravamo in forte emergenza. In quel periodo lavorammo soprattutto sotto l'aspetto psicologico. Sono state diverse le cose che hanno caricato il gruppo. Appena scesero in campo i biancocelesti, si vide subito che qualcosa era cambiato. Giannichedda lo misi al fianco di Talamonti per dargli sicurezza. Oppure i due Filippini sulla fascia sinistra: lì la Roma avrebbe spinto molto. I gemelli sono stati bravi a tamponare e a ripartire. Bravo anche Liverani che sarebbe dovuto partire per Genoa. Riuscii a fermarlo. Fecero tutti una grande partita e segnarono dei goal veramente belli".

SU LIVERANI 

"Io e lui ci conosciamo dai tempi della Viterbese e sapevo delle sue qualità. Sarebbe andato al Genoa da Cosmi, che lo aveva richiesto. Ma io parlai con Lotito, dicendo che avrei provato a fermarlo. Dopodiché provocai Fabio dicendo che ero alla Lazio soprattutto perché credevo in lui. Sapevo che poteva fare bene. Gli dissi che se fosse andato via non avrei accettato di allenare la Lazio. Lui si sentì al centro e ripartimmo insieme".