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Alessandro Onorato
Cittaceleste ha contattato in esclusiva durante Quelli della Libertà, in onda su Cittaceleste TV - canale 85 del digitale terrestre - e Radiosei, Alessandro Onorato. L'assessore al Turismo e allo Sport per Roma Capitale ha fatto luce sulla questione legata allo Stadio Flaminio come possibile nuova casa della Lazio.
Non riuscite a sentirvi tu ed il presidente Lotito?
"Non c'è nessun ping-pong. Otto mesi fa abbiamo incontrato il presidente Lotito e lui ha manifestato l'interesse di presentare un progetto per la riqualificazione dello Stadio Flaminio come stadio della Lazio. Sono passati otto mesi e non è mai stato presentato un progetto e gli stadi senza un progetto non si fanno. Ieri leggiamo leggiamo che Lotito, libero di poter parlare liberare, che non presenterà un progetto per via di vincoli insormontabili.
I vincoli a cui ha fatto riferimento Lotito sono vincoli oggettivi
"Ha citato come esempio la Roma Nuoto che non voleva farci uno stadio di calcio. Aveva poco a che fare col progetto che doveva fare la Lazio. Se la Lazio vuole presentare un progetto i vincoli sono superabili da una legge dello Stato: l'articolo 55 bis, emendamento sblocca-stadi. La norma è del 2020 e dice che: se una società calcistica qualunque vuole presentare un progetto per la valorizzazione per trasformare uno stadio esistente che ha dei vincoli, questi possono essere superati a tre condizioni. Se facendo queste operazioni non si consuma ulteriore suolo pubblico, se rendi più efficiente l'impianto sportivo come il caso del Flaminio. E se attraverso l'intervento garantisci nuovi standard internazionali di sicurezza".
Sulla capienza?
"Con queste tre posizioni puoi superare i vincoli che non ti permetterebbero di aumentare la capienza. Così potresti arrivare a 40.000-50.000 posti. Noi ci siamo fermati aspettando la Lazio perché lo riteniamo giusto. Roma ha bisogno di due squadre di calcio che abbiano il proprio stadio, le società potrebbero fare investimenti maggiori. Se qualcuno dice che non si può fare uno stadio a norma non lo accettiamo perché non è vero. Poi il presidente Lotito ha tutta la propria autonomia per decidere come meglio crede. Basta chiacchiere, bisogna fare i fatti. Se domani vuoi fare una copertura del tuo terrazzo e non presenti il progetto la copertura non la fai. Figuriamoci per uno stadio, come lo fai?
Tutto dipende dalla volontà di Lotito quindi?
"Se Lotito vuole fare lo Stadio al Flaminio lo aspettiamo, altrimenti ce ne facciamo una ragione. E a quel punto faremo un progetto di restauro per farci giocare la Nazionale italiana di Rugby, la Nazionale U21. Detto questo riconsegni il Flaminio alla città. Abbiamo spiegato quali sono le norme, non siamo contro la società ma non possiamo sostituirci a loro. Se la Lazio vuole fare l'investimento siamo pazzi di gioia, se non vuole farlo li rispettiamo. Una cosa non può fare: raccontare una cosa falsa. Se vuoi fare uno stadio lì puoi farlo.
L'impressione che arriva è che tu stia mettendo fretta alla Lazio...
"Il vincolo principale del Flaminio è che deve rimanere uno stadio. Non si può trasformare sfruttando solo l'aspetto commerciale. Non siamo contro la Lazio al Flaminio, il ping-pong non ci riguarda. Ci hanno accusato di mettere fretta alla Lazio. Peccato che io gestisco anche i soldi dei contribuenti, dei cittadini. Ogni giorno che passa spendiamo soldi per la manutenzione del Flaminio, abbiamo disboscato un paio di mesi fa. Ho fretta? Certo che ho fretta. Mi auguro che la Lazio cambi idea e che voglia farlo".
Quando inizierete a pensare ad una nuova progettazione?
"Adesso cominceremo a pensare ad una nuova progettazione. Bisogna soltanto restaurarlo ma si tratta di 50-70 milioni di euro, le stime dicono questo. La stima per un eventuale stadio della Lazio è 100 milioni, poca roba per uno stadio oltretutto. Sarebbe un punto di pregio per la nostra città. Se c'è un'area iper-connessa a Roma è proprio il Flaminio, è più vicino dell'Olimpico: c'è il tram, il capolinea che ha la Metro C e i parcheggi frontali e dietro l'Auditorium. Sarebbe uno stadio di concezione inglese, londinese. Come quello del Chelsea, dove la gente può arrivare a piedi".
Ho l'impressione che sia Lotito a non volerlo fare...
"Non si può discutere sui gusti, si tratta di norme, è un qualcosa di oggettivo. Prendetevi il decreto legislativo e andate a vedere, chiunque può cercare 'emendamento sblocca-stadi'. Poi è legittimo che un presidente possa dire di non volerlo fare, ma far passare il messaggio che il Comune non voglia farlo non è accettabile".
Sul palazzetto dello Sport?
"Il Palazzetto dello Sport è chiuso da 6 anni, si sarebbe dovuto aprire a marzo dello scorso anno e non si è potuto fare. A settembre lo inauguriamo, i lavori sono praticamente finiti. Stiamo facendo i collaudi, l'illuminazione, la volta..."
Roma non ha squadre di basket?
"Roma ha squadre di basket che giocano tutte fuori Roma. E questo è colpa anche di chi si è opposto alle Olimpiadi a Roma. A Roma servono investimenti, senza investimenti una città così complessa non ne esce. Perché se oggi possiamo rifare le strade è grazie ai fondi presi dal Giubileo. Se arrivano a investimenti privati, quindi grazie Lotito se investi sul Flaminio... è questa che dev'essere la cultura. Questo è lo spirito che ci anima, zero polemiche, zero virologi. Questa città deve tornare ad avere persone che se ne intendano".
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