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L'Olimpico nel prepartita
Botta e risposta tra comune di Roma e società biancoceleste. Qualche settimana fa lo stesso presidente della Lazio Claudio Lotito aveva sollevato il doppio problema di capienza e copertura dello stadio Flaminio. Queste le dichiarazioni: “L’impianto, in base alle norme di sicurezza attuali, può contenere 16mila spettatori. Per noi sarebbe inadeguato, perché il nostro stadio deve avere almeno 45mila posti."
E aveva aggiunto: "Non possiamo tornare agli anni Sessanta quando andavamo allo stadio con l’ombrello. Poi c’è la questione parcheggi e viabilità: sono cose risolvibili ma servono autorizzazioni. Il progetto lo presento se so che potrà essere approvato, altrimenti evito. Ho un piano B, che è la realizzazione dello stadio da un’altra parte. In quel caso, però, il Comune mi dice di non essere disponibile perché non vuole occupare altre aree. Siamo prigionieri di una situazione da 19 anni”.
Troppa distanza tra il comune di Roma e la società biancoceleste. L’assessore Alessandro Onorato ai microfoni di Radiosei ha dichiarato che:" è inutile discutere di Flaminio se il progetto non c’è. Il Comune di Roma è pronto ad affiancare e supportare il progetto, a seguire l’iter. Ma se il progetto non c’è, non possiamo parlarne. Ovviamente il presidente Lotito è liberissimo di prendere o non prendere in considerazione il Flaminio, ci mancherebbe. Non vogliamo darlo per forza alla Lazio. Anzi, se Lotito avesse intenzione di farlo altrove, ci dicesse dove e siamo pronti a dare la stessa attenzione che abbiamo dato alla Roma.
E conclude così: "Lazio e Roma con stadi di proprietà sono un miglioramento importante. Fare uno stadio non è una passeggiata, ecco perché è giunta l’ora di non parlare del Flaminio tanto per parlarne. Ci sono troppe cose in ballo, troppi problemi da risolvere per banalizzare. Se la Lazio non mostrerà interesse, troveremo comunque un modo per ristrutturare il Flaminio. Tanto più che lo abbiamo messo tra le opere per i prossimi Europei di calcio. Speriamo ovviamente di andare comunque a dama e di restituire l’impianto alla città e di esserci per vederlo. In chiusura, fortunatamente al Parco Lenzini la targa è al suo posto e speriamo possa rimanere lì tranquilla per sempre”.
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