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Alessandro Nesta
Ci sono giocatori che della Lazio hanno scritto la storia. Ci sono poi giocatori che della Lazio sono la storia. Alessandro Nesta è la rappresentazione della Lazio per eccellenza. Capitano in grado di alzare praticamente ogni trofeo giocato dalla Prima squadra della Capitale oltre che essere considerato uno dei difensori centrali più forti della storia del calcio. Il numero 13 per eccellenza così importante da dare peso e responsabilità a chiunque indossi quel numero. Idolo di chi la Lazio la ha imparata ad amare a cavallo degli anni 90 e 2000, ispirazione di chi del ruolo se ne è innamorato successivamente. Sui canali social di Sorare, nuovo gioco che unisce i principi del Fantaclacio a quelli dei giochi manageriali di calcio, Nesta ha parlato e ricordato i suoi periodi biancocelesti.
Parole piene di lazialità quella di Nesta che va a ripercorrere la sua carriera dall'inizio come ala fino ai tanti successi con l'aquila sul cuore. Di seguito le sue parole:
"Questo che fa il difensore che anticipa quello che succede nei prossimi secondi è complicato, non è così facile. Per me la Lazio è stata un po' tutto è stata: la squadra del cuore, la squadra che ho tifato fin da quando ero piccolo. Io nasco come ala, poi è arrivato un allenatore, è arrivato Zeman alla Lazio mi ha provato una volta da centrale, io non avevo mai giocato come centrale di difesa e mi ha detto <<Tu giochi qua, tu sarai il titolare della Lazio>>. Avevo 18/19 anni, non dormivo la notte però mi ha cambiato la vita. Eravamo una squadra giovane, un po' inesperta ma avevamo tanto tanto talento: Mihajlovic, Nedeved, Veron, Simeone. Noi abbiamo iniziato ad avvertire che avevamo l'obbligo di provare a vincere. Abbiamo vinto Coppa Italia, campionato, Supercoppa Europea; personalmente ho vinto miglior difensore italiano e credo che quella sia stata la stagione più importante del club"
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