- Lazio News
- Calciomercato
- Rassegna Stampa
- Serie A News
- Pagelle
- Primo Piano
- Video
- Social
- Redazione
news
Provedel
Ivan Provedel ormai è diventato virale. Il suo gol contro l’Atletico Madrid ha fatto il giro di tutti gli schermi del mondo: il suo inserimento da attaccante con il senso del gol per il pareggio al 95esimo ha rilanciato la stagione della Lazio. Il carriera di Provedel iniziò proprio dall’attacco, ai tempi dei giovanissimi, per poi cambiare rotto per sua volontà. Però, in Champions League, l’estremo difensore è voluto tornare alle vecchie abitudini.
In merito a questo evento insolito nel calcio, ha commentato la prestazione di Provedel il preparatore dei portieri biancoceleste a Massimo Nenci a goalkeepermania. Ecco le sue parole: "Alla storia passerà ovviamente il gol da bomber puro, ma io mi prendo la parata pazzesca su Lino. Ha accorciato su una palla difficile mettendoci anche la faccia, così come proviamo in allenamento. Ivan è un fenomeno”.
Che esercitazioni ci sono dietro a delle parate come quelle su Lino?
“Ci sono le esercitazioni ci sono, ma poi la gara è differente. Ogni tiro è diverso dall’altro, in base alla situazione. Riprodurre la parata su Lino in allenamento è molto difficile. Noi proviamo molti gesti cercando di insegnargli a utilizzare più soluzioni possibili. Provedel ha coraggio, cosa che non tutti hanno ed è difficile da acquisire”.
Come sei arrivato a questi livelli?
“Io sono arrivato qui con calma, ci sono voluti anni. Non sono stato un portiere professionista come altri. Mi sono tolto delle soddisfazioni, come il corso da allenatore nel 99 e lì mi si è aperto un mondo e ho pensato che le cose che mi hanno insegnato io sapevo farle. Mi sentivo che fosse una cosa fatta per me. Ho parlato con esperti facendo crescere il mio bagaglio. Poi, in eccellenza ho trovato mister Semplici e mi hanno dato la possibilità di crescere e arrivammo in C1. Quindi, dopo questo risultato ho dovuto studiare ancora di più perché il livello era molto più alto. Poi, una bella mattina mi chiamò Sarri e dalla mattina alla sera mi sono ritrovato dalla Serie C e D fino in Serie A ad allenare portieri come Reina”.
Per un portiere italiano com’è allenare all’estero?
“Io ho molti difetti, e per fortuna però ho un pregio: la sensibilità di capire chi ho davanti. Per esempio Kepa l’ho portato su io insieme al mister, infatti lo volevo portare al Napoli. Andare all’estero è stato un bagaglio aggiunto alla mia carriera, infatti ringrazio chi mi ha dato questa opportunità. Io sono riuscito a far capire il pensiero italiano, secondo me il migliore, unendolo a quello degli altri. Abbiamo fatto un buon lavoro perché siamo riusciti a integrare il nostro lavoro senza snaturare nessuno”.
Come mai Kepa ha smesso di giocare, hanno preso Mendy e poi Kepa è andato al Real?
“Senza incolpare nessuno, penso che chi è arrivato dopo non ha continuato il lavoro svolto da noi. Kepa giocava con noi in un modulo, era in simbiosi con la difesa, poi è cambiato tutto. L’ho sentito per molto tempo e gli dicevo di continuare a lavorare, invogliandolo a provare a capire gli errori. Io sapevo delle sue qualità e sapevo che avrebbe fatto un buona carriera”.
Era insicuro che Provedel fosse riuscito a controllare le emozioni a Roma, come ci stai lavorando?
“Ivan forse non lo conosci bene, è un professionista ma non è introverso. Lui è sempre sorridente, fa le battutine, è un bravo ragazzo. Caratterialmente è molto diretto, tutt’altro di come sembra”.
Qual è la qualità più importante da osservare in un portiere?
“Secondo me è l’intraprendenza. Deve essere così, perché l’approccio mentale è fondamentale, se non ha personalità non ce la fa. Anche la visione di gioco è importante, specialmente nel nostro gioco. Però, la scelta di Provedel è stata fatta perché sapevano avesse un bagaglio di conoscenze tecniche di un certo livello”.
Il calcio è un gioco semplice o complesso?
“Il calcio è un gioco semplice per giocatori intelligenti. L’ho sempre pensato. Basta guardare i grandi allenatori, come Guardiola. Maurizio Sarri ha un’intelligenza sopra la media, è come un matematico che tira fuori la formula magica. Passa 15 ore al giorno a studiare i movimenti di ogni partita, vede 5/6 gare e fa continuamente contromosse in base all’avversario. Quindi in realtà posso dire che è semplice ma non cosi tanto, però se si usa l’intelligenza si può arrivare a soluzioni con più velocità. Come un matematico, per l’appunto, lui sa fare ogni formula perché lo ha dentro, non fa fatica a trovare la soluzione".
Come scelgono i portiere i top club?
“La differenza la fa anche la forza economica. Loro fanno mercato con molti più soldi, riuscendo a comprare portiere che altri non possono raggiungere. Ma confronto a noi hanno solamente la forza economica".
Come nasce l’idea Provedel?
“Io avevo proposto 4 portieri: Kepa, Carnesecchi, Vicario e Provedel. Volevamo un portiere che sapesse giocare come vogliamo noi. Io sapevo della richiesta di Strakosha di andare via e che di Reina quindi saremmo rimasti senza portieri. Proprio per questo mi sono mosso in anticipo per Provedel. Al mister ho fatto quell'elenco di giocatori. Allo Spezia aveva fatto bene con Italiano, ma alcuni infortuni hanno bloccato la sua carriera, però, nonostante tutto, tanti istruttori me ne parlavamo bene. Vedendolo giocare e fidandomi chi conosco mi sono convinto”.
Invece su Maximiano?
Aveva delle difficoltà con la lingua. Inoltre, non aveva le caratteristiche idonee con i piedi e nello stile di parare per il nostro modo di giocare, a differenza di Mandas. Se farà un ulteriore step, sentiremo molto parlare di lui. Parla già italiano ed è veramente fortissimo. Siamo stati fortunati, c’erano tante squadre su di lui: inglesi, spagnole e altri club italiani. Siamo stati bravi ".
Invece che dici del settore giovanile in Italia?
“I settori giovanili è un problema serio. Andrebbero messi i mister di Coverciano più competenti, in modo da creare giocatori capaci. Molti arrivano a livelli alti senza avere delle basi solide. Purtroppo non c’è una linea guida. Quindi, secondo me, i mister più certificati a Coverciano devono essere pagati e stare nei settori giovanili”.
Il periodio alla Juventus hai avuto Szczęsny. Che ne pensi?
“Lui era un portiere efficace, non appariscente. Bada molto al sodo, prende sempre 7 in pagella, è continuo. Un gran bel portiere, simpatico e serio, sa quello che fa”.
Quali sono i migliori portieri in Italia oggi?
“Non dico Provedel perché sono di parte. Meret è molto bravo. Un altro che ha avuto un grande potenziale è Perin, purtroppo gli infortuni non lo hanno aiutato ma è veramente forte. Anche Terracciano e Consigli sono ottimi portieri. Bisogna stare attenti a commentare i portieri, non è facile valutarli. Carnesecchi anche è di ottima caratura, però dico che mi tengo Ivan perché ormai lo conosco e può ancora migliorare tantissimo, sembra che abbia due anni in meno per la voglia che ha. Lui è consapevole di essere bravo e vuole migliorare, ha il fuoco dentro”.
Tornando a Londra, perché Kepa non è uscito dal campo in Carabao Cup?
“Sarri sapeva di un problema per Kepa, quindi il mister ha pensato di inserire il secondo Caballero, abile anche nel parare ai rigori. Solo che Kepa non aveva capito che fosse una scelta tattica. Pensava fosse una scelta fatta per l’infortunio e quindi ci fu una mancata comunicazione. Lui si sentì in colpa il giorno dopo ma andò tutto bene”.
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Lazio senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Cittaceleste per scoprire tutte le news di giornata sui biancocelesti in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA