Con la Lazio ha incontrato mille difficoltà, adesso al Maiorca sembra essere completamente un altro giocatore. Questo è il riassunto dell'ultimo anno di Vedat Muriqi. L'attaccante kosovaro ha trovato l'ambiente ideale per rendere al massimo. Sono infatti 8 le reti realizzate in dodici partite, con una grande fiducia ritrovata in se stesso. L'ex attaccante biancoceleste si è concesso in un'intervista al Corriere dello Sport.
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Lazio, Muriqi: “Con i biancocelesti ho commesso troppi errori”
Le parole di Muriqi
—Queste le sue dichiarazioni: "Come sto? Al Maiorca mi sento molto bene. Loro credono in me e questo mi ha permesso di ambientarmi bene e di debuttare nel modo migliore. Spero di continuare così. Avevo ricevuto altre offerte, ma quando ho parlato con Tare e con il mio manager ho realizzato che il Maiorca sarebbe stata l’opzione migliore per me. L'avventura alla Lazio? Prima di tutto c’era Immobile, un attaccante straordinario che inanellava nuovi record e questa cosa ovviamente mi ha reso complicato trovare spazio. Arrivai infortunato, ebbi il Covid, e passare dal campionato turco alla Serie A è stato un impatto molto duro. In Italia il livello è molto più alto. Non ero pronto fisicamente e il primo anno andai in difficoltà nonostante avessi avuto parecchio minutaggio e occasioni per mettermi in mostra. Quindi è stato un mio errore e di nessun altro. Nel secondo anno con Sarri feci un’ottima preparazione, ma non ero il tipo di giocatore adatto al suo gioco e me lo disse chiaramente".
Sulla concorrenza: " Caicedo in quell’anno segnò tanti gol, spesso decisivi negli ultimi minuti. Ricordo quelli con il Torino, quando vincemmo nel finale, e la Juve. Furono scelte dell’allenatore. Inzaghi mi diede anche troppe occasioni, mi inseriva per mezz’ora, venti minuti, spesso di più. Il problema era che entravo e non lasciavo il segno, non riuscivo a segnare. La colpa è solo mia. Se sei un giocatore che gioca in un grande club devi dimostrarti all’altezza anche a livello di mentalità. Quando ho segnato all’Atalanta in Coppa e ho giocato bene anche in campionato successivamente non sono partito nell’undici titolare. Ed è stata una botta. So di aver fatto degli errori anche io, non lo nego, ma in quel momento mi sentivo bene e forse meritavo di giocare.
Le difficoltà con Sarri
—Sul rapporto con il mister: "Con Sarri andai a parlare, non mi schierò più dopo la sconfitta contro il Bologna fuori casa. Visto che non mi dava più chance gli andai a chiedere spiegazioni, provando a capire i motivi che lo portarono a non darmi più chance visto che si stava anche avvicinando il mercato. Gli dissi “mister, dimmi se non ti convinco più, se magari mi alleno male o se non sei contento di me”. E lui mi disse che non ero adatto al suo tipo di gioco nonostante mi allenassi bene e dimostrassi di essere un professionista. Così lo ringraziai e capii che dovevo andare via. Con Inzaghi invece non ebbi grosse conversazioni perché non conoscevo bene l’italiano. Quindi non andavo oltre il “buongiorno e buonasera”. Però, ripeto, Inzaghi mi diede tante opportunità. Anche troppe".
Infine, un pensiero sui tifosi biancocelesti: "Così è la vita, mi dispiace per come sono andate le cose, ma io ringrazierò sempre ogni tifoso della Lazio per il supporto che mi ha dato dal primo all’ultimo minuto. La Lazio è un grande club ed è stato bello farne parte, ho dato tutto anche se non ho fatto bene. Sarò sempre un tifoso della Lazio, continuo a seguirla su Instagram e a seguirla in generale, mi dispiace che non abbiano visto il vero Muriqi. C’è poco da dire, Ciro gioca sempre perché segna sempre, in ogni partita. E’ difficile fare il suo vice, sì. E’ incredibile, dentro l’area è un vero killer. Non ho mai visto un giocatore così forte, forse solo Lewandowski è come lui".
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