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Lazio, Murgia: “Gol alla Juve? Il sogno realizzato di un bambino ora cresciuto”

Alessandro Murgia
Intervenuto ai microfoni di RadioSei l'ex centrocampista ha ricordato i suoi momenti in biancoceleste: compreso il gol vittoria in Supercoppa
Edoardo Benedetti Redattore 

Una rete entrata nella leggenda: Alessandro Murgia, grazie al gol vittoria segnato nella finale di Supercoppa Italia contro la Juventus nell'agosto del 2017, ha inciso il suo nome nella storia della Lazio. Intervenuto ai microfoni di Radio Sei l'ex centrocampista ha ripercorso i suoi migliori momenti in biancoceleste fino all'addio nel 2019.

"Anche solo risentire la cronaca di quel giorno in cui decisi la Supercoppa Italiana è un’emozione grandissima. Ancora oggi molte mie motivazioni partono da quel momento, da quella gioia, non potrò mai dimenticare. Mi ricordo che nel momento in cui Jordan Lukaku saltò De Sciglio, mi sono subito sentito solo in area di rigore.

L’ho colpita come dovevo, poi solo un’immensa emozione ed il sogno realizzato di un bambino che ormai è cresciuto. Tutto quello che è avvenuto dopo la rete non riesco a ricordarlo, l’adrenalina è stata infinita. L’unica cosa che ho avuto in testa e di tenere basso quel pallone, è uscito questo tiro veloce con il piattone per metterla lì.

Dopo il 2-2 c’era la sensazione che la Juventus potesse spuntarla, poi sappiamo come è andata. Lukaku era un ragazzo particolare, in quella azione ha dimostrato tutta la sua forza fisica, tutta la sua qualità, tutto il suo sprint, non so che panino gli hanno dato quel giorno, ma era quello giusto (ride, ndr). Inzaghi per me è stato il tecnico più importante.

Con lui sono cresciuto, partendo dagli allievi, mi ha fatto esordire, mi ha dato la possibilità di giocare con una discreta continuità. Indubbiamente il più importante. La staffetta con Cataldi? Eravamo due giocatori provenienti dal settore giovanile, laziali e romani ed in concorrenza per lo stesso posto. C’è un bel rapporto ancora oggi con lui, era una sana competizione.

La cessione alla Spal? Di base è accaduto che avevo semplicemente voglia di giocare con maggior continuità per poter continuare a crescere. I primi sei mesi sono stati ottimi, tanto che sono stato riscattato nell’affare Lazzari. Poi gli anni successivi non sono stati dei migliori. Poi mi sono ritrovato in serie B. Ora sono in Romania, ho deciso di fare questa esperienza”.