La sosta per le nazionali e poi la ripartenza, più rapida e decisa che mai in casa Lazio. È questa la volontà di Maurizio Sarri che, dopo la gara contro il Bologna, si è confrontato con i suoi calciatori chiamando la squadra alla reazione. Tra tutti, uno dei più coinvolti è stato senza dubbio Sergej Milinkovic-Savic, sostituito da Sarri e protagonista di una gara sotto tono. Un passaggio a vuoto può capitare a tutti, anche a un giocatore del calibro del Sergente. Che, però, prima di partire in direzione del ritiro della nazionale serba ha promesso al suo allenatore una reazione immediata, già dalla prossima gara.
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Lazio, Milinkovic punta i nerazzurri: seconda squadra più colpita in carriera
Il Sergente biancoceleste ha puntato la squadra di Inzaghi: quattro reti in quattordici confronti, solo contro l'Atalanta ha segnato di più
Prossimo impegno
E, neanche a farlo apposta, la prossima sarà una partita quanto mai densa di significati, per la Lazio, per Milinkovic stesso e anche per una parte degli avversari. Sabato 16 ottobre allo stadio Olimpico arriveranno infatti i nerazzurri di Simone Inzaghi, del Tucu Correa e, scavando nel tempo, anche di de Vrij, Kolarov e Handanovic. Tutti giocatori che in passato hanno militato in biancoceleste sebbene alcuni siano stati solo di passaggio, come il portiere sloveno. Al di là di questo, però, attenzione alle statistiche di Milinkovic contro i nerazzurri, che possono far ben sperare Sarri e l’intero ambiente Lazio.
Tra le vittime preferite
Con quattordici confronti tra Milinkovic e i nerazzurri, la squadra di Inzaghi è la terza più affrontata dal Sergente. Che, in queste speciali classifiche statistiche, può annoverare la squadra meneghina anche al secondo posto dei club più colpiti. Sono infatti quattro le reti messe a segno contro i nerazzurri, una in meno rispetto a quelle segnate all’Atalanta. E, allora, per reagire subito e dimostrare a Sarri il massimo impegno possibile, il Sergente sogna di riuscire a punire ancora la squadra di Inzaghi, regalando magari un dispiacere al suo vecchio allenatore ma, cosa più importante, un sorriso al nuovo tecnico che ha preso possesso della panchina biancoceleste.
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