“Nessuna sfida, non importa quanto imponente, intimidisce il Sergente”. Così la FIFA presenta sul proprio sito ufficiale Sergej Milinkovic-Savic. Il centrocampista della Lazio, infatti, ha concesso una lunga intervista ai microfoni del massimo organo calcistico in occasione della gara decisiva tra la sua Serbia e il Portogallo. Queste le sue parole. “È vero, sono nato in una famiglia di sportivi. Nostra mamma giocava a basket, nostro padre a calcio. Eravamo destinati a fare sport, sebbene non ci siano mai state pressioni e abbiamo auto la libertà di decidere da soli. Questo ha significato molto per noi: già ci sentivamo inclini a proseguire la traduzione familiare, è stato più semplice così scegliere il nostro destino. Crescendo, ci sono stati tanti giocatori importanti: li ho visti tutti, ma se devo scegliere direi Ibrahimovic. Mentre ho studiato attentamente Zidane, perché ho iniziato in quella posizione”.
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Lazio, Milinkovic: “Voglio fare sempre meglio e dare tutto ciò che ho”
Le parole del centrocampista biancoceleste alla vigilia della gara fondamentale tra la sua Serbia e il Portogallo
Caratteristiche
“Come mi descriverei da giocatore? È una delle domande peggiori perché non mi piace parlare di me. Ovviamente, in molti sono invece felici di farlo. Per me l’importante e dare tutto quello che ho in ogni gara e ogni allenamento e provare a migliorare dove posso. Non sono del tutto sicuro di casa debba migliorare, ma ci sono persone che possono farmelo presente e aiutarmi a farlo. Mi impegno a giocare sempre meglio e a fare di tutto per migliorare rispetto al passato”.
Tra vecchia e nuova Serbia
“I Mondiali 2018 sono stati importanti per me, anche perché prima d’allora non avevo avuto grande spazio in nazionale. Poi è nata questa occasione di giocare in una competizione così importante, il mio primo Mondiale. Lo ricorderò per sempre: ero giovane e avevo accanto giocatori di esperienza, questo mi aiutato a migliorare e sviluppare la mia carriera. Ai tempi del mio primo Mondiale ero molto giovane, ora sono cresciuto e penso che questa squadra sia più forte di quella dell’ultima volta. Sono fiducioso che ci qualificheremo ancora come nel 2018 quindi, considerando che abbiamo una squadra migliore”.
L’allenatore e Vlahovic
“Stojkovic? Ha giocato molto tempo fa, ho visto alcune immagini ma non lo ricordo come giocatore perché ero molto giovane. Da allenatore mi piace, ci dà fiducia. Ci aiuta molto con critiche costruttive, è importante perché lui è stato un grande giocatore e sa come funzionano le cose. È facile per lui costruire la squadra, ha molte buone idee e noi proviamo a metterle in atto. Vlahovic? Non è bravo, è un fenomeno. Sono sicuro che le statistiche lo confermerebbero, considerando la sua età. Penso che sia quel tipo di giocatore che si infastidisce quando non gioca bene. Migliorerà ancora e farà parlare di sé, è una cosa che mi piace di lui. Sia in allenamento che in gara, quando sbaglia qualcosa non la prende mai bene. Ha fame di goal e di vittorie. Ammiro come voglia sempre mettersi alla prova, penso sia destinato a diventare uno dei più grandi”.
Il Portogallo
“Come chiunque, penso che il Portogallo sia una delle migliori nazionali al mondo. Non penso di dover parlare di loro: tutto è abbastanza chiaro e ovvio in proposito. So anche cosa possiamo raggiungere in Portogallo: come ho detto, penso che la nostra attuale nazionale sia più forte di quella dell’ultimo Mondiale. Andiamo quindi lì per vincere, sappiamo quello che è richiesto e non vediamo l’ora di scendere in campo. Ronaldo è uno dei migliori giocatori al mondo. Ho avuto modo di giocarci contro per due stagioni quando era in Serie A, penso che questo ci renderà le cose più facili. So come giocare contro di lui e penso che aiuterà molto”.
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