Manfredonia: “Per la Lazio Vincenzo c’è sempre stato. Mancano persone come lui”

Due prodotti del vivaio della Lazio: Vincenzo D'amico e Lionello Manfredonia. Uno, Manfredonia, arrivato in prima squadra dopo Vincenzino, già campione d'Italia, e aiutato come un fratello proprio dal Golden Boy. Intervenuto ai microfoni della Gazzetta dello Sport, Manfredonia ha voluto ricordare Vincenzo, recentemente scomparso.

Qual'è il primo ricordo che le viene in mente pensando a D'Amico?

"Quando mi affacciai in prima squadra lui non solo aveva già esordito, ma aveva vinto lo scudetto da titolare. Sono pochi gli under 20 italiani che possono vantare un traguardo del genere. Era un punto di riferimento, ma con me, proprio come con Giordano, è sempre stato molto alla mano. Era solare, sempre pronto ad aiutare. Cercava sempre di sdrammatizzare. L'ho sentito l'ultima volta non più di un mese fa e mi diceva che stava migliorando. Per questo sono rimasto un po' spiazzato".

Perché il settore giovanili della Lazio non sforna più i D'Amico, i Manfredonia e i Giordano?

"Mancano i maestri di calcio. Si tratta di un lavoro serio e importante, bisogna educare i ragazzi non solo tecnicamente, ma anche caratterialmente. Fare il calciatore non è semplice, bisogna avere un'attitudine anche mentale. Bisogna essere professionali e pronti al sacrificio. Nella Lazio manca una figura come quella di Bruno Conti nella Roma. Bruno negli anni ha trovato tanti talenti, alcuni li ha anche strappati alla Lazio. Per questo credo che il settore giovanile giallorosso al momento sia migliore rispetto a quello biancoceleste".

Che cosa porterà con se di D'Amico?

"L'allegria. Non ho mai sentito Vincenzo parlare male di una persona. Che fosse un compagno o un avversario. Dava consigli, ma non criticava mai. Per la Lazio c'è sempre stato, anche nei momenti più bui, facendo sacrifici. Mancano persone come lui, perché veramente rendono più gradevole la vita al prossimo".