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Christian Manfredini
Dalle dimissioni di Sarri, passando a quelle di Tudor, fino al #NoBaroni spopolato sui social tra i tifosi della Lazio. La scelta di ripartire dall'ex tecnico del Verona non convince l'ambiente biancoceleste, fortemente amareggiato. Sul tema si è espresso anche l'ex calciatore della Lazio Christian Manfredini, intervistato da tag24.it, dicendo la sua sul nuovo tecnico, in procinto di firmare il contratto nella Capitale.
Facciamo un passo indietro e ripartiamo dalle dimissioni di Igor Tudor. Cosa è successo? Una decisione che ti ha colto di sorpresa?
“Sinceramente non me lo aspettavo, anche perché Tudor era arrivato da pochi mesi ed è un allenatore piuttosto importante. Non si prende un profilo così, per poi aspettare che si dimetta, quindi no, non me lo aspettavo proprio. È chiaro però che questa storia aveva preso una brutta piega e che un po’ di maretta si era già avvertita verso la fine del campionato. Era stato preso e presentato come un sergente di ferro, ma poi i giocatori non si sono trovati bene con lui. Se a questo aggiungiamo anche le richieste di mercato, è evidente che è andata meglio così”.
Due allenatori dimissionari nel giro di tre mesi, vuol dire che a livello gestionale le cose non stanno funzionando?
“Tutti quanti conosciamo Lotito, come temperamento e come carattere. Nonostante tutto dobbiamo ammettere che la gestione, dal suo arrivo, è stata buona. La Lazio economicamente sta bene e in questi anni hanno raggiunto traguardi importanti. Credo che non si possa parlare di una gestione sbagliata, ma è evidente che se due allenatori hanno preferito dimettersi, qualcosa non ha funzionato. I risultati con Tudor sono anche arrivati e alla fine la Lazio ha raggiunto l’Europa League. Non è quindi una questione tecnica, ma evidentemente, al di là delle voci, ci sono delle cose che noi non possiamo sapere”.
Il prossimo allenatore sarà Marco Baroni e l’ambiente non è contento perché lo considera un passo indietro. Tu che ne pensi?
“Non so se sia un passo indietro, è chiaro che parliamo di un allenatore che finora ha avuto sempre squadre di un livello più basso. Nonostante questo però è uno che ha fatto una grande esperienza. Prima di parlare facciamolo lavorare e aspettiamo i risultati. Anche Pioli, quando è arrivato alla Lazio, non era un allenatore di prima fascia, ma adesso lo è diventato. Se Baroni dovesse essere confermato, direi solo di dargli del tempo”.
Tu giocavi al Chievo Verona e da lì ti sei trasferito alla Lazio. Conosci bene la differenza che c’è dal punto di vista ambientale, credi che Baroni riuscirà a reggere l’urto?
“Tra Verona, sponda Chievo soprattutto e Roma, le differenze sono enormi. Per quel che riguarda invece l’Hellas, qualcosina in più l’avrà già dovuta gestire. È chiaro però che si tratta di due ambienti diversi, con due squadre che lottano per obiettivi completamente differenti. Bisogna saperci stare e bisogna imparare a farlo. Però se vuoi giocare o allenare, arrivare a Roma non può che essere un grande traguardo”.
Baroni non è ancora ufficiale, ma a prescindere da questo ti aspetti che sul mercato ci si muova molto? I tasselli da andare a coprire sono tanti.
“Dipenderà sicuramente da quelle che saranno le richieste dell’allenatore. Alla fine sarà lui a decidere che tipo di gioco vuole fare. Dovrà mettersi a lavorare, anche in base ai giocatori che avrà a disposizione. Bisognerà sicuramente trovare un sostituto di Immobile perché, al di là della sua enorme qualità, gli anni passano anche per lui e servirà qualcuno in grado di assicurare parecchi gol. Poi c’è stato l’addio di Felipe Anderson e la querelle Luis Alberto. Ci sono parecchie cose di cui discutere. Al di là del mercato importante però, La Lazio deve capire in che direzione andare e quali devono essere i suoi obiettivi”.
A prescindere da tutto resta però il fatto che hai fiducia nei confronti di Baroni?
“Parliamo di un allenatore che non è alla sua prima esperienza e conosce bene la categoria. Diamogli tempo, facciamolo lavorare e poi si vedrà”.
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