AGGIORNAMENTO ORE 19:26 - Queste le parole a margine del presidente Lotito <<<
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RIVIVI IL LIVE | Lazio, Lotito: “Club falliti vincono i campionati. E su Var, FIGC e fondi…”
AGGIORNAMENTO ORE 19:15 - Termina l'evento alla Luiss.
AGGIORNAMENTO ORE 18:35- "La seconda squadra coltiva solo un interesse sportivo, quello di valorizzare i giovani per portarli poi nella squadra principale. Dal punto di vista economico però non ha senso. Ho comprato la Salernitana in Eccellenza per 400mila euro.
Poi ho vinto la Serie D, la C2, la C1 e la B, e poi ho dovuto parcheggiarla perché non potevo avere anche la Lazio. Poi mi hanno obbligato a svenderla: era stata periziata a 80-100 milioni, l’hanno venduta a meno di 10 milioni a un minuto dal capodanno. Chi l’ha comprata era a Dubai.
Ho pensato, se porto la Lazio a Salerno e uso i ricavi e le strutture del territorio per valorizzare sportivamente i giocatori, incremento anche il valore indiretto del marchio. Oggi questa cosa l’hanno eliminata, ma non ha senso. È una follia aver portato il calcio femminile nel professionismo"
Non ci stanno i ricavi: come uno scemo pago ogni anno 6 milioni per far divertire la gente con la squadra femminile. Chi gestisce deve avere lucidità. Siamo rimasti io, De Laurentiis, Cagliari, Torino e Udinese. Dove andrà a finire il calcio italiano? Non è più italiano. È importante la visione, la capacità. Rischiamo di creare un danno al sistema stesso, anche a chi vuole investire"
AGGIORNAMENTO ORE 18:27- Interviene nuovamente il senatore e presidente: "Lo stadio deve essere una casa del tifoso vissuta h24. A quel punto il tifoso la tutela, la vive come propria. Immaginatevi di vivere in una zona in cui ogni giorno si incontra il proprio beniamino, il proprio allenatore. Cosi se ne avvale anche la società che incrementa i ricavi.
La politica sportiva è sbagliata perché si nasconde dietro la politica. Il calcio ha bisogno di riforme sostanziali, di tornare coi piedi per terra per raggiungere gli obiettivi con merito e coraggio. Se iniziamo con le scommesse e ciò che succede adesso allora è un modo sbagliato di raggiungere gli obiettivi.
Possiamo raggiungerli con ricavi trasparenti. Mi devono spiegare a chi fanno riferimento i soldi del fondo. Di chi sono? Da dove vengono? Nessuno lo sa. Avete mai visto benefattori perdere centinaia di milioni senza colpo ferire?
AGGIORNAMENTO ORE 18:19- Ecco gli argomenti toccati dal patron biancoceleste, ospite alla LUISS per un corso organizzato dall'Associazione Sportiva. Le sue parole: "Quando dissi che servivano presidenti parlavo di competenza, ma anche di persone che amano il calcio e hanno una passione razionale. Il tifoso non ragiona con la testa, ma col cuore.
Bisogna valutare in modo oggettivo e asettico. Se non hai risorse non puoi spendere, anche se gli altri spendono. Quando ero delegato per le riforme ne feci tante che hanno portato grandissimi benefici, altre sono state annullate. Io ho portato la goal technology. Ora non c’è più polemica: suona il sensore ed è finita la storia. La Var: una guerra in consiglio federale.
All’epoca c’era Tavecchio, facevamo corpo unico. Riuscimmo a far passare l’Italia come primo paese sperimentale. Per me era un fattore terzo, non un sistema di controllo. Io sono a favore del rendere pubblico comunicazioni arbitro-Var, deve essere trasparente per far capire la gente e non far nascere dietrologie. Ora sono cambiati gli interessi.
Rispettare le regole è fondamentale. Introdussi la percentuale del 3% per gli agenti, pensate a quanti milioni di euro escono da sistema se considerate che un agente prende il 10% sul lordo riconosciuto al calciatore. Non tutti hanno il coraggio di regolamentare tutto questo. Se tu spendi per patrimonializzare riduci la cassa e ti si abbassa l’indice di liquidità.
Così obblighi le società a ripianare, ma costringi a mettere soldi società virtuose. Che non fanno debiti. Io quello che ho fatto mica l’ho fatto con mutui, ma con soldi miei. Il paradosso di questi scienziati è che ci sono società con debiti da 6-700 milioni tecnicamente fallite ma che vincono il campionato. Così sono buoni tutti.
Se metti parametri devono valere per tutti, indipendentemente da scappatoie per aggirarli. Il tifoso è stato educato, sbagliando, che si vince a ogni costo. Ma si vince se lo meriti. C’è un valore sportivo. Per questo io sono favorevole anche al Var a chiamata. Ma se la giustizia è all’interno di un sistema e nomino chi deve giudicare, quanto può essere attendibile? Dovrebbe esser fuori dal sistema. Se vado io e ho nominato il giudice si può pensare male".
AGGIORNAMENTO ORE 18:04- Arrivano altre dichiarazioni da parte del presidente Lotito, ospite per un incontro con gli studenti della LUISS. In queste, ha parlato del suo futuro nella società biancoceleste e cosa voglia dire preservare un patrimonio. Ecco le sue dichiarazioni.
"Non sono un presidente osannato, eppure sono il più longevo e come ho detto lascerò la società a mio figlio. Io voglio preservare, mantenere e tramandare questa società. Le società fallite non sono le stesse, come se uno si compra il titolo nobiliare. Avere coraggio di preservare il patrimonio della propria società è fondamentale perché viene tramandata.
Quando sono entrato c’era Manzini, team manager storico. Poi ho dovuto efficientare quel comparto e ho preso Derkum. L'ho preso perché è un tedesco, di nascita e comportamento. Il rigore in quel ruolo è fondamentale, fa da raccordo tra squadra e allenatore. Avere un team manager che riesce a essere un punto di riferimento dà forza alla squadra".
Claudio Lotito, presidente della Lazio, oggi è intervenuto al corso da Team Manager, organizzato dall'Associazione Sportiva LUISS; inaugurato lo scorso febbraio alla presenza di Giorgio Chiellini. Il patron ha condiviso la sua esperienza e il suo punto di vista per quanto riguarda la gestione di una squadra sportiva.
Come consueto, il numero uno del club capitolino e Senatore della Repubblica, non ha certo mandato le cose a dire. Tra i temi, ha affrontato un argomento importante: le grandi squadre del campionato italiano sommerse dai debiti. Ecco le sue parole.
"Tutte queste società, che spendono e spandono, sono sostenute da fondi, ma non hanno un equilibrio economico. Tante squadre oggi che militano in Serie A non avevano i requisiti per iscriversi al campionato. Ma come fai a eliminare certe squadre blasonate? Serve coraggio e non tutti ce l’hanno".
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