Lascia poco spazio alle interpretazioni il messaggio mandato da Maurizio Sarri al termine della gara tra Bayern Monaco e Lazio: “Non so se il mio ciclo è finito, è una considerazione da fare con la società. Ho un contratto sino al 2025, anche se lascia il tempo che trova nel calcio. Sicuramente noi non abbiamo una squadra giovane, quindi bisognerà far ripartire qualcosa il prossimo anno”. Di certo servirà una rifondazione della rosa, non necessariamente però un nuovo allenatore. Sarri rimanda la decisione a Lotito e a un confronto con la società che è inevitabilmente in agenda da qui alla fine della stagione.
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Lazio, Lotito su Sarri: “Sentito Tudor o Palladino? No: le cose stanno così”
Lotito, però, per ora non vuole sentire parlare di futuro della panchina della Lazio: “Io non ho chiamato nessuno né sto pensando a Tudor o Palladino. I bilanci si fanno all’ultimo” ripete al Messaggero. Vero o meno, lo si capirà a fine stagione ma intanto continua a crescere la stanchezza di Sarri, deluso inoltre dalle continue critiche di un ambiente privo di riconoscenza e forse spesso anche di argomentazioni. Il tecnico della Lazio per ora non ha alternative sul piatto: raffreddate le piste arabe e che portano a Milano. Ma un ritorno romantico sulla panchina del Napoli o la chance di riavvicinarsi a casa sedendosi su quella della Fiorentina potrebbero essere idee gradite al tecnico.
E proprio l’attuale allenatore della Viola, Vincenzo Italiano, potrebbe essere invece una delle soluzioni per il futuro in casa Lazio: sono destinati a rimanere un sogno i due ex Conceicao e Scaloni. E allora viene da chiedersi come molti tifosi e addetti ai lavori non capiscano che dire addio a Maurizio Sarri rappresenterebbe un passo indietro epocale per obiettivi stagionali e guida tecnica.
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