A margine della serata presso la Casa del Jazz di Roma, in cui Claudio Lotito ha ricevuto il premio Colalucci, il presidente della Lazio è stato intervistato anche dai microfoni della Rai. Politica sportiva, con la situazione legata alla scadenza dei pagamenti per le società di calcio, e il ruolo di Lotito in Senato gli argomenti discussi. Di seguito le parole del patron biancoceleste.
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Lotito: “Lo Stato rende inadempienti le società. Nessun conflitto d’interesse”
Sulla situazione legata alla rateizzazione dei pagamenti. “Bisogna partire da un assunto importante: arriva la pandemia nel mondo, tutte le categorie merceologiche hanno danni rilevanti e oggettivi, quindi anche il sistema sportivo. Vengono chiuse piscine, palazzetti, attività sportive che hanno ruolo economico e sociale. Nell’ambito del calcio sono stati chiusi gli stadi. I ricavi di una società di calcio sono dati dai diritti televisivi, dallo stadio e dagli sponsor. Se a una società mancano i ricavi principali si crea un danno, si rischia un default.
Lo Stato giustamente è intervenuto dando ristori, quindi soldi a fondo perduto. Al calcio è stato dato zero, a tutto lo sport italiano è stato dato zero. Tutti hanno preso soldi, ai cinema avevano dato 800 milioni a fondo perduto. Il problema non è solo del calcio, di tutto lo sport. Ci hanno fatto pagare a rate le imposte, hanno sospeso il pagamento. Quindi nel momento in cui si sceglie di sospendere le imposte si fa sul presupposto che le imposte sarebbero poi state rateizzate. In questo caso però non è più concessa la rateizzazione.
Non stiamo parlando di favorire il calcio, sono fesserie. Non è un trattamento di favore. Si ha un’attività, scientemente si decide di non pagare. A quel punto lo Stato consente di fare l’avviso bonario: pagare in 5 anni con le sanzioni scontate del 10% e gli interessi al 3%. Ma in quel momento si è inadempienti, nonostante questo però si ha questa possibilità. In questa fattispecie invece le società sportive non sono inadempienti, ma in forza di una legge fatta dallo Stato che permette di sospendere i pagamenti sul presupposto di avere la rateizzazione. In questo caso è lo Stato che rende inadempienti.
Bisogna andare a monte del problema: le stesse società che oggi rischiano di chiudere sono quelle che hanno preso i ristori. C’è la pandemia? C’è il caro corrente? E i centri sportivi non vanno a corrente? In questo contesto, se un anno fa queste società hanno avuto ristori economici e poi falliscono è giusto che debbano pagare secondo la norma attuale. Ma uno che non ha avuto nulla perché deve pagare secondo la norma attuale?
L’adempimento fiscale prescinde dall’importanza della società. Non si tratta di trattamenti di favore. Lo hanno avuto invece prima coloro che hanno avuto soldi a fondo perduto. Gli adempimenti sono in funzione del giro di affare che si ha. Se una persona ha avuto un ristoro iniziale e poi ha fatto un uso distorto del ristoro allora è giusto usare la norma attuale. Se uno non ha avuto nulla e gli si assicura la sospensione del pagamento e poi la rateizzazione senza sanzioni e interessi è la stessa cosa? Bisogna ragionare in termini di obiettività. Chi ha avuto un danno ha avuto il ristoro? Se lo ha avuto il problema è chiuso. Chi ha avuto la possibilità di pagare a rate non ha avuto lo stesso trattamento. Ci sono squadre che hanno perso 170 milioni di ricavi. A queste squadre cosa danno?”
Sull’emendamento firmato in Senato. “Io ho firmato un emendamento che riguarda la pirateria. Dov’è il conflitto di interesse? Io mi assumo la paternità di quello che faccio. E ho messo una firma, da primo firmatario, su un emendamento per la lotta alla pirateria. Io difendo le cose che ritengo giuste. Sono anche un senatore? Allora ho una doppia responsabilità: rappresentare gli interessi di tutti, e devo farlo nel modo più trasparente possibile. È giusto che l’Italia subisca un danno per la norma attuale mentre altrove funziona diversamente? Se si parla di conflitto di interesse il discorso vale per tutti. Che dovrei fare? Non essere cittadino italiano?”
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