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Lotito e Sarri
Tra una battuta su Mourinho e un premio al Gran gala dello Sport di Castiglion Fiorentino, ieri Sarri è tornato a immergersi nel mondo Lazio. Non ha tempo da perdere né lui né la squadra che ora ha nel mirino il Monza per dare ancora più corpo all'obiettivo Champions League. Entrare tra le prime quattro ha valenze varie: su tutte, ovviamente, il tesoretto che la Lazio incasserebbe e che permetterebbe di fare un considerevole salto di qualità. Sarri, come si legge su Il Messaggero, è persino convinto di potersi lottare lo scudetto con uno scheletro italiano ancora più saldo. Due centrocampisti, un altro esterno e un attaccante (vero). Aleggia su tutto questo ovviamente la figura di Tare che non riesce a seguire Sarri per modus operandi e idee di calcio. In auge rimane ancora il nome di Cristiano Giuntoli, che lo raggiungerebbe volentieri.
Sarri però, riporta sempre il quotidiano, non vuole aspettare giugno per avere chiarezza. Fosse per lui il mercato si sarebbe iniziato a programmare già da svariate settimane. "È un grande allenatore, l'ho sempre detto, e lo incontrerò presto" ha detto il patron Lotito. Sarri alla Lazio sta bene e lo ha sempre detto ma non c'è l'intenzione di sviluppare un progetto con ancora lotte intestine a fare da ostacolo. Il tecnico biancoceleste ha rifiutato un offerta da 7 milioni dall'Arabia Saudita e non ha risposto ai corteggiamenti del Tottenham (voci dall'Inghilterra assicurano che in settimana arriverà il divorzio con Conte), Everton e WestHam. Servirà garantire quel ruolo alla Ferguson altrimenti non basterà un contratto fino al 2025. Anche perché non esiste alcuna penale da pagare né per l'Italia né per l'estero. Lotito è sempre più vicino al dover compiere una scelta: o Sarri o Tare.
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