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Nuovo anno, vecchie - seppur moderne - abitudini: il nostro calcio è sempre più colmo di proprietà straniere, con i magnati italiani sempre più in minoranza. A breve anche il Verona sarà americano, con Setti pronto a lascia al Presidio Investors, fondo pronto a fare degli scaligeri l'11° club (su 20) straniero del nostro campionato. Sembra ormai passata una vita dai fasti dei Moratti, Berlusconi, Sensi e Garrone, nel nuovo millennio. Lotito rimane uno degli ultimi baluardi e, intervenuto ai microfoni de Il Messaggero, il patron ha affrontato anche questo tema.
"E, come me e Aurelio De Laurentiis, che sta facendo benissimo. Spero che altri non cedano perché alcuni club ormai sopravvivono. Tanti vendono perché non è facile reggere. Le disponibilità sono ristrette e il calcio ha un costo. Non servono aiuti spiega il patron biancoceleste ma il rispetto di quello che l'industria del calcio dà al nostro paese. Al cinema è stato dato oltre un miliardo durante il Covid a fondo perduto, a noi è stato solo concesso di pagare le rate sospese in 5 anni grazie a una legge già esistente.
Si pretendeva il pagamento entro il 26 dicembre, mi sono battuto per la dilazione mensile e lo Stato ne ha tratto giovamento. Sono fondamentali i ricavi fiscali prodotti dal calcio". L'arrivo delle proprietà straniere nel nostro calcio sembra un fiume in piena: "Le aziende italiane e gli imprenditori una volta investivano anche nel calcio - prova a spiegare Lotito -. Adesso è venuta meno la forza economica e arrivano solo i fondi. Servirebbe oltretutto una norma e verificarne la provenienza. Ma la cosa più grave è che si sta perdendo l'aspetto romantico e patriottico perché queste proprietà non hanno interesse a valorizzare la tutela della fede sportiva né il nostro territorio". Intanto, Lotito si è espresso anche sul derby <<<
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