Cittaceleste.it
I migliori video scelti dal nostro canale

news

Lotito: “Ho un piano per la Lazio, c’è anche il Flaminio. Mi contestano ma…”

Lotito
Tutte le parole del presidente biancoceleste Claudio Lotito, intervenuto ai microfoni dei cronisti presenti all'uscita del consiglio federale
Edoardo Pettinelli Redattore 

All'uscita del Consiglio Federale il presidente della Lazio Claudio Lotito ha risposte alle domande dei cronisti presenti. Tanti i temi toccati, dai risultati della squadra fino al discorso Flaminio.

"La partita in chiaro (Milan-Napoli, ndr.)?È uno stimolo per far riavvicinare le persone al calcio, perché bisogna pensare che non tutti hanno le risorse per abbonarsi e spendere dei soldi, quindi questa è una sorta di riavvicinamento per riacquistare appeal. Il tennis ha fatto un grande passo in avanti grazie a questo avvicinamento. La mia Lazio ha riacquistato l'affetto dei tifosi? Lo dice lei che lo ha riconquistato, a me ieri hanno continuato a fare i cori. Io penso che nella vita contino i fatti, non le parole. Hanno contestato l'allenatore quando l'ho scelto, hanno contestato i giocatori. Adesso il cammino della squadra mi pare che stia smentendo in modo chiaro. Noi camminiamo con i piedi per terra, con umiltà e dedizione. Cosa serve a me per non essere più contestato? Purtroppo, quando diventi ingombrante e quindi con una visione diversa, dove fai le cose che altri non riescono a fare: diventi oggetto di contestazione, o forse perché limiti le aspettative di qualcuno che vorrebbe altro. Io vorrei ricordare che sono presidente da 20 anni, l'unico che ha preso la squadra in eccellenza facendola arrivare in Serie A, vincendo tutti i campionati, oltre che Supercoppa di Lega e Coppe Italia. La Lazio l'ho presa con 550 milioni di debiti. Oggi ho un centro sportivo, dicono, all'avanguardia. Abbiamo vinto 7 trofei, dopo la Juve siamo quelli che hanno vinto di più, abbiamo risanato la società. La critica poi io l'accetto se è funzionale, ho preso tantissime cose dalle considerazioni che fanno i tifosi. La critica tanto per farla non ha senso. Hanno messo uno striscione fuori un albergo con scritto 'Comprati la Lazio', rivolto ad Al-Thani. Ma la Lazio non è in vendita, non se la possono comprare, poi se andiamo a vedere quello che succede nel sistema sportivo italiano, dove l'80% sono proprietà estere, non mi sembra che stanno brillando a sufficienza. Oltre al risultato sportivo, c'è anche quello economico. Ripreso il primato cittadino? Quello lo abbiamo sempre avuto, da quando sono presidente mi sembra che la Roma ha sempre veleggiato su posizioni di classifica inferiori. In termini di trofei vinti parlano i numeri. La mia competizione poi non è con lo Roma, io guardo a casa mia. Mi interessa risolvere i problemi della mia società, rendendola più efficiente e che dia soddisfazione. La nostra è una famiglia, dove io metto la faccia: tant'è vero che attaccano sempre me. Ora però mi sembra che da altre parti cominciano a dire: 'Avessimo noi un presidente come Lotito'. Ma il tema non è questo, è che se assumi la responsabilità di una gestione lo devi fare fino infondo. E io lo ho per portare la Lazio a raggiungere determinati obiettivi sia in termini organizzativi che di risultati sportivi. Senza fare la figura della cicala, io sono un presidente tifoso, non un tifoso presidente. Il denaro è un elemento importante ma non indispensabile per vincere: l'Atalanta ha vinto l'Europa League nonostante ci fossero squadre più attrezzate. Lo Stadio? Stiamo lavorando anche su quello, abbiamo tanti fronti aperti: abbiamo finito il centro sportivo, adesso inizieremo la prossima settimana i lavori di un Academy, dove ci sarà una scuola, uno studentato e una foresteria. Coltiveremo i giovani del settori giovanili. Ci sarà anche una Chiesa. Il calcio deve stare al servizio della gente, non al servizio di Claudio Lotito. Io coltivo un insieme di passioni che sono nate nel 1900: ho l'obbligo di preservarle e tramandarle. Il calcio deve insegnare qualcosa, deve aiutare i meno fortunati. Immaginate quanta gente c'è che non ha magari le possibilità fisiche o economiche ma che riesce, attraverso il sorriso che gli porta una vittoria della propria squadra del cuore o una prestazione fatta con la determinazione, a superare le difficoltà della vita quotidiana. Ho fatto una fondazione appositamente, fondazione che sta lavorando nei carceri, negli ospedali perché ritengo che il calcio abbia questo obbligo sociale, perché altrimenti non serve. Al tempo delle Olimpiadi si fermavano le guerre perché lo sport era il bene supremo, sopra anche l'interessa politico, economico e materiale. Noi dobbiamo fare questo attraverso il calcio. Dobbiamo essere utili alla società e riportare il sorriso alle persone meno fortunate, che soffrono ogni giorno. Tifoso significa appassionato, lì non ci sono differenze sociali o economiche. Questa è la cosa principale che deve fare il calcio. Rinnovo Baroni? Baroni l'ho scelto per una funziona e la sta interpretando al meglio perché si sente parte di questa famiglia, dove tutti sono figli e lui coordina questa famiglia con correttezza e rispetto dei singoli. Baroni deve essere un maestro di vita per loro. L'allenatore diventa un punto di riferimento per il giocatore. Io ho in testa la filosofia di Maetsrelli, Baroni l'ho preso con quello scopo. Hanno detto che ho voluto ridimensionare, quale ridimensionamento: io non coglio più i nomi, voglio la sostanza, giocatori che entrano in campo con la voglia di dare il 100% per le persone che le sostengono. Gli ho detto più volte che loro esistono grazie alle persone che li sostengono e che sono chiamati a dare quello che ricevono. Quando la gente vede lottare e combattere poi si appaga, ed è giusto così. Se ricevono affetto devono ridarglielo. Pedro? Non è stato ceduto, è stato inserito nella lista Uefa, scegliendo lui invece che un altro: Pedro è un campione esemplare nel comportamento e nell'atteggiamento oltre allenandosi con sacrificio. Questo sacrificio sta pagando, aggiungo che lui è un esempio. La capacità dell'allenatore poi è quella di impiegare un giocatore in relazione alle sue capacità. Pedro essendo una persona intelligentissima, è sempre al posto giusto al momento giusto, ottiene risultati. Flaminio? Certo che prosegue, io quando parlo significa che sto facendo qualcosa: ho preso l'impregno con l'amministrazione comunale che a metà novembre avrei portato uno studio di prefattibilità, cosa che avverrà perché il sottoscritto ha voluto far un progetto che sia funzionale all'efficienza dell'impianto alla luce di ciò che sono le normi attuali. Sono andato a prendere il direttore del dipartimento dell'Università dove all'epoca era ordinario Nervi, il suo erede diciamo. Poi ho preso un rappresentante della famiglia e altre persone titolate per organizzare dal punto di vista gestionale. Quando ho presentato il progetto tutti sono rimasti entusiasti. Ho coniugato le caratteristiche architettoniche con l'efficienza di cui necessità alla luce delle norme attuali. Poi le cose, oltre che proclamarle vanno messe a terra: sono fiducioso che piano piano, salvo complicazioni, cercheremo di dare la casa ai laziali, che è giusto così. Poi un presidente che fa l'Academy, rende il centro sportivo tra i migliori in Italia, cerca di fare lo stadio: che altro deve fare? Molto presto gireremo un documentario su Formello, faremo vedere ai tifosi tutte le cose importanti che facciamo lì, un film che porterà tutti alla scoperta di un luogo che per noi è casa. Non ho fatto debiti, se faccio l'Academy ma poi faccio un buco da 100 milioni sono buoni tutti così. La Lazio ha una sala scouting con 8 persone che lavorano h24 e guardano giocatori in tutto il mondo. Una volta selezionati dal punto di vista visivo, quelli che riteniamo possano essere utili li andiamo a vedere sul posto. Lo Scudetto? Non ho mai promesso niente, non prometto: posso dire che lavorerò come ho sempre fatto per riportare la Lazio negli albori del calcio non solo nazionale ma internazionale".