Lo strappo è profondo e, a primo impatto, sembra quasi impossibile ricucirlo. Eppure Lotito è pronto ancora a mettere Inzaghi con un’altra offerta con le spalle al muro. Forse però con una provocazione al ribasso. Il presidente è ferito perché, come ammesso pubblicamente dallo stesso tecnico lo scorso 7 febbraio, gli aveva presentato il rinnovo. Non è vero che Simone ha aspettato 16 mesi per averlo, semplicemente voleva discuterlo e non firmarlo senza aver ottenuto un ulteriore riconoscimento economico. Da allora è calato il silenzio perché Lotito s’aspettava di ricevere così com’era il contratto nero su bianco, dopo l’amore eterno sbandierato. Invece pure a Inzaghi lo stallo sembrava far comodo. Con la seconda qualificazione in Champions si sarebbe potuto risiedere con tutt’altro credito al tavolo e ottenere di più anche per il suo staff tecnico. Invece a Firenze è calato il sipario, gli interessi delle corteggiatrici (Napoli, Tottenham) sono andati sfumando, la Juve non lo ha mai chiamato, ma sopratutto nemmeno la Lazio. Simone è diventato ansioso, ha capito che pure l’ex amico Tare stava facendo da mesi un gioco per boicottarlo per salvare il suo operato. E allora anche verso il ds domenica sera sono arrivate le frecciate sul mercato. Subito dopo lo sfogo vulcanico, dopo aver parlato col fratello Pippo e aver ricevuto la notizia che – tramite l’agente Mendes - Gattuso era stato più volte sentito. Tare inizialmente ne era all’oscuro, ma ora tira addirittura la volata a Ringhio, mentre Lotito mantiene il massimo riserbo: «A Inzaghi ho dato un appuntamento, lo sapeva e non m’interessa quello che ha detto nel post-Sassuolo. Oltretutto io non ho contattato nessun altro e nessuno ha parlato di ciclo finito». Fra le righe e mezze verità va decifrato il futuro.
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Lazio, Lotito: “Non penso che il ciclo d’Inzaghi è finito”. Ma è pronta l’offerta al ribasso
Qualcosa con il tecnico si è rotto, ma il presidente non vuole cacciarlo. Deve essere lui a dire addio col no al rinnovo
INCONTRO AL RIBASSO
Nessuno sarà cacciato, non è il modus operandi di Lotito. Che pure già dall’estate scorsa non era più convinto d’Inzaghi per come aveva bruciato nel post-Covid la corsa Scudetto. Titubanze e irritazioni sono proseguite per tutto l’anno, nonostante l’accesso agli ottavi di Championsì. In questi mesi è finito pure Tare sotto processo, ma ma lui ha scaricato su Simone le colpe per il mercato spesso (non presenze alla mano) inutilizzato. Lotito ora si trova a un bivio, domani presenterà una proposta biennale da 2,3 milioni a stagione o forse meno (praticamente la stessa di quanto guadagna sino a giugno) a Villa San Sebastiano. La scusa sarà quella dei minor introiti dell’Europa League, Inzaghi dovrà decidere se accettare o dire addio. Può sembrare comunque una mossa per accompagnarlo all’uscio, ma occhio ai colpi ad effetto.
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