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Lotito
Continua a tenere banco in casa Lazio la questione stadio. Il sogno della società e dei tifosi è quello di sposare il progetto Flaminio, riammodernandolo per farne la nuova casa dei biancocelesti. In merito, ai microfoni de La Repubblica, è intervenuto il presidente Claudio Lotito per fare il punto della situazione.
Presidente Lotito, è pronto il progetto dello stadio Flaminio a cui, per usare le sue parole di qualche tempo fa, "non si può dire di no"?
"Non abbiamo il cronometro. Prima devo vedere la fattibilità dell'opera e cosa mi permettono di fare. Se deve essere di 35mila posti mi rifiuto".
Ma alla fine di tutta questa vicenda, l'opera architettonica dei Nervi, abbandonata da tredici anni, diventerà o no lo stadio della Lazio?
"Ho incaricato un ufficio della Lega calcio, che ha iniziato le sue interlocuzioni, di fare uno studio di fattibilità. Dobbiamo fare le cose con buonsenso e criterio, nella vita le cose vanno fatte così. La Lega è andata alla ricerca di tutta la documentazione storica per capire come può intervenire".
Cosa sta emergendo?
"Stiamo studiando tecnicamente come rendere agibile e funzionante lo stadio e sulla base di questo presenteremo un progetto. Stiamo facendo gli ultimi rilievi".
Avete riscontrato problemi?
"Non pochi. Ce ne sono una serie. Lo stadio presenta problemi dal punto di vista strutturale e non ci sono parcheggi, dobbiamo fare cose che siano funzionali e fruibili. E poi ci vuole la copertura, non posso far venire i tifosi allo stadio con l'ombrello. Stiamo cercando di affrontare il problema".
Originariamente la capienza dello stadio era di 24mila posti. Di quanti posti dovrà essere lo stadio che immagina?
"Non è una cosa scontata. Se mi dicono di fare uno stadio da 35mila posti, io li ringrazio e li saluto. La Lazio di media ha 45mila spettatori ma arriva anche a 60mila. Cosa faccio? Mando via i tifosi? Ecco perché serve ancora un po' di tempo, per trovare un punto di caduta. Il Comune ha dato la disponibilità e noi abbiamo dato la nostra. Ma bisogna avere coscienza di quelli che sono i problemi per poter chiudere il tema della progettazione".
Chiedete più elasticità alla Sovrintendenza?
"E' uno dei temi, uno dei problemi. Ma io non chiedo niente, se ne sta occupando l'ufficio della Lega calcio. Nel momento in cui noi prospettiamo una soluzione tecnica serviranno i fatti e non parole. Parliamo di cose realizzabili. Io lo faccio per evitare di creare uno stadio fuori Roma, non sarebbe una cosa positiva".
Se la S.S. Lazio non presenterà il progetto, c'è già pronto quello di Cassa depositi e prestiti. Non pensa che bisogna accelerare?
"Noi vogliamo mantener questa struttura nell'interesse della città e della sua storia. Sono abituato a lavorare seriamente e ci sono problemi da risolvere".
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