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Lazio, Lotito: “Flaminio, niente scadenza. Rinnovo Baroni e Scudetto, vi spiego”

Lotito
Le parole del patron biancoceleste, presente a Latina al Gran Galà del Calcio Italiano dove risulta tra i premiati come presidente dell’anno
Edoardo Pettinelli Redattore 

C’è anche Claudio Lotito tra i premiati nella suggestiva cornice di Villa Egidio, a Borgo Grappa (Latina), per il Gran Galà del Calcio Italiano organizzato dal Festival del Calcio Italiano. Riconoscimento importante per il patron della Lazio, eletto Presidente dell’anno. Proprio il numero uno biancoceleste ha parlato ai microfoni dei cronisti presenti. Queste le sue parole: “Speriamo di continuare con questo clima che è favorevole dal punto di vista dell'ambiente, sia dei tifosi che della squadra. Bisogna mantenere quell'attegiamento umile, spirito di gruppo e di determinazione. Io ho scelto Baroni perché sapevo che tipo di persona fosse e cosa poteva dare a questo gruppo. L'abbiamo costruito insieme, ci sono margini di miglioramento, se manteniamo questo profilo possiamo dare grande soddisfazione ai nostri tifosi. Dobbiamo giocare partita dopo partita, mantenere equilibrio e coscienza dei propri mezzi, oltre alla voglia di divertirsi e di far divertire.

Rinnovo Baroni? La cosa negativa di questo mondo è parlare sempre di denaro, che è l'ultima cosa. Con lui c'è un rapporto familiare, non c'è bisogno di parlare, ci siamo stretti la mano, c'è un rapporto di empatia, è una famiglia. Quando c'è il pater familias, che sono io, ci sarà tempo e luogo di fare tutto, i meriti non saranno mai disattesi. Rovella e Guendouzi contro? Mi ha fatto sorridere, c'è stato un confronto serrato anche sul campo per farvi capire l'agonismo che hanno entrambi i giocatori che rappresentano un punto di riferimento e la voglia di dimostrare che noi ci siamo, e lo faremo vedere sul campo.

Scudetto? Non parliamone, sono fuori luogo, siamo all'inizio. Non faccio pronostici, pensiamo a vivere quotidianamente la nostra esperienza. Sono convinto che poi con questo atteggiamento possiamo dare grandi soddisfazione e di poter dire che la Lazio è tornata a essere un punto di riferimento. La Lazio non è più un punto di partenza, ma un punto di arrivo. La Salernitana? Non entro nelle proprietà degli altri. Quella società aveva un valore commerciale superiore rispetto a quello che è stata venduta. È stata venduta a Capodanno a una cifra ridicola, con gli acquirenti nemmeno in Italia. Fate voi le vostre considerazioni.

VAR? Oggi parliamo di VAR perché quando io, insieme a Tavecchio, abbiamo fatto in sei mesi tantissime riforme, tra cui la Goal Technology e il VAR contro tutti. Noi avevamo ragione, nessuno ci pensava. La struttura doveva essere di ausilio e di supporto agli arbitri, non in sostituzione. Ora si tratta di valutare meglio quelle che sono le necessità tecniche di utilizzo dello strumento per rendere ancora più credibile le istituzione. VAR a chiamata? È una possibilità. Ora il calcio è molto fisico e dinamico. Il gioco nostro in Italia, rispetto all'Inghilterra, è più lento, ci sono meno minuti giocati. La chiamata porterebbe a spezzettare la partita e quindi meno appettibile e avvincente.

Flaminio? Sorrido, è una domanda retorica e pleonastica. Non c'è scadenza, non è un vuoto a perdere, non è uno yogurt. Vengo da una riunione fiume con tutte le compenenti per allestire un progetto credibile, funzionale, che coniughi sia l'aspetto architettonico che la fruibilità e il rispetto delle normative. Entro fine mese presenteremo un progetto, lo farò, siamo nei tempi, come avevamo già detto. Poi, non c'è una scadenza, la forbice temporale è tra il 30 novembre e il 5 di dicembre. Per altro il sindaco e l'amministrazione comunale hanno percepito la bontà della nostra azione in termini di serietà e di qualità. Ora aspettano solo le carte per poterle valutare. Noi abbiamo già fatto un grande lavoro preventivo. Per evitare qulasiasi inquinamento di carattere strumentale io ho demandato al responsabile degli stadi della Lega Calcio che parla in forma istituzionale per realizzare lo stadio a tutela dell'interesse collettivo del calcio italiano e della Lega. Non so la Roma, ma noi l'abbiamo delegato al rappresentante della Lega Calcio per far capire che è un'iniziativa istituzionale, terza, per rappresentare una ricucitura del territorio. Il Flaminio è stato demolito e ricostruito, ha una storia, per coniugare e valorizzare questo aspetto siamo andati indietro nel tempo e abbiamo ripreso l'attuale capo-dipartimento de La Sapienza, che è nel nostro staff, uno dei componenti della famiglia Nervi e anche il più grande gruppo che c'è degli stadi ovvero Legends. Tutto questo per creare una struttura all'avanguardia che sia rispettosa dei Nervi, come se fosse un ampliamento del suo stadio. Vedrete che sarà uno stadio che avrà un valore architettonico e organizzativo. Abbiamo fatto ‘Cose Lotitiane’”.