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Lazio, Lotito: “Stufo delle falsità. Vi dico tutto: tifosi, Flaminio e Greenwood”

Lotito
Il patron biancoceleste a margine della conferenza stampa di presentazione di Marco Baroni ha parlato di tutti i temi d'attualità della Lazio
Edoardo Benedetti Redattore 

A margine della conferenza stampa di presentazione di Baroni, il patron Claudio Lotito si è lasciato andare a un lungo intervento con i cronisti presenti, parlando a 360 gradi della Lazio. Queste le sue parole.

“E’ l’occasione per fare il punto della situazione e fugare situazioni che non rispondono alla realtà. La Lazio non sta facendo nessun ridimensionamento, sta facendo una riorganizzazione che è una cosa diversa, cercando di privilegiare il merito. La scelta di Baroni è pensata, voluta e basata sulla valutazione tecnica della persona e del progetto che la squadra vuole intraprendere. Una squadra incentrata sulla forza fisica. Il calcio è cambiato, non ci sono più le bandiere. Forse sono stato uno di quelli che le ha mantenute di più ma alcune scelte fatte da alcuni calciatori, non legate a diatribe con la società, ma legate al calcio attuale in cui privilegiano interessi economici e non l’attaccamento alla maglia. Siamo voluti ripartire da una logica diversa, con un allenatore che corre dietro alla pratica e non alla teoria. Gioca chi merita, e non il nome. 

Tutti devono dimostrare giornalmente, è questa la filosofia. Purtroppo lo scorso anno la mancata applicazione di questa teoria ha portato l’avvicendamento di due allenatori. Che hanno posto la società di fronte a questa nuova visione, in modo diverso. Serve che i giocatori si mettano a servizio della società, non il contrario. Bisogna premiare il merito. Ricordo un calciatore all’Udinese, come Di Natale, che rifiutò grandi piazze. Oggi il calcio è cambiato, ci sono interessi diversi. Noi vogliamo riportare una squadra organizzata, efficiente, che faccia spettacolo. I giocatori devono scendere in campo e sudare la maglia, cose che magari in alcuni momenti non sono accadute. E la Lazio non ha fallito, intanto è in Europa League. Ha perso contro squadre meno attrezzate, significa che era un problema di testa e di spogliatoio nel dare il massimo. Questo ha portato alle dimissioni di Sarri e di Tudor, alla luce del fatto che è stato esposto uno striscione che non fa onore a chi lo ha suggerito. Noi vogliamo riportare l’interesse della Lazio al centro del progetto. Chi vuole stare resti, chi non vuole se ne può andare. Non mi interessa la commistione tra calciatori, tifosi e stampa. Chi merita gioca, i giocatori presi sono una scelta concordata con l’allenatore. Giocatori di forza fisica e voglia di fare. Alcuni giocatori si fanno dei nomi, che noi non sapevate neanche chi fossero. Per un giocatore siamo arrivati 20 minuti in ritardo e ci è saltato lo scorso anno. Nel calcio mancano i presidenti, quelli che mettono i soldi. Nel calcio manca quello. Baroni è una persona dalle qualità morali ineccepibili. Baroni? Parlano i risultati, doveva essere “Panchina d’Oro”, parlano i risultati. Non ha avuto l’opportunità di dimostrare in un altro palcoscenico. Ora ce l’ha. Gioca chi merita e chi fa la differenza. Questa è la premessa della situazione. 

Mercato? Qualcuno ha scritto che sono stati spesi 30 milioni, sono 40, c’è anche l’Iva più le commissioni. Non abbiamo termini di paragoni, faremo quello che dobbiamo per allestire una squadra competitiva. Lo era anche l’anno scorso, è mancata la testa. Alcuni soggetti che hanno abbandonato la nave lo hanno dimostrato. Ora questo non accadrà più. Pensavamo si potesse applicare un processo di fidelizzazione, non è più così. Mi è dispiaciuto solo per Felipe Anderson, che ha fatto una scelta di vita nel tornare in Brasile. Ci sono le condizioni per lavorare bene, competitivo che lui saprà controllare bene”

“Ci sono costi e ricavi. Ho parlato di costi, non di ricavi. Ossia ho speso 101 milioni, poi posso averne ricavati anche 300, cosa che non è accaduto. Il bollo che viene depositato in Lega rispetto ai 15 milioni sono 18,3 milioni, il bollo, ciò che la Lazio deve pagare. Più la commissione: significa che il costo è di 20 milioni. La Consob impone alle società quotate il costo dei giocatori, lo faremo quando la Lega li ratificherà. Il tema è che si cerca di sminuire il lavoro. Non ho mai fatto paragoni con gli altri ma lì c’è scritto che la Lazio ha speso 10 milioni in più di un giocatore, Thuram, che ha preso la Juventus. Se compri dall’estero non hai l’Iva, per cui vale il costo effettivo, come nel caso di Thuram. Se compri in Italia c’è l’Iva, che è al 22%. Comprerò giocatori funzionali alla crescita della squadra, concordando con l’allenatore. Noi abbiamo una sala scouting con 8 persone che monitorano h24 i calciatori nel mondo e li andiamo a proporre all’allenatore. Una volta individuati andiamo sul posto a vederli. Io non mi occupo di queste cose, c’è una struttura che lo fa e che ha chiamato l’allenatore, con il quale si sono visti nella sala scouting. 

Stiamo facendo investimenti spaventosi. Come l’Academy, che avrà un costo elevato tra studentato, chiesa, altri sette campi. La Lazio sta facendo quello che avrebbe dovuto fare in passato. E lo fa attraverso questo presidente. Partiremo in maniera completamente diversa anche con la comunicazione. Si dicono tante stupidaggini, mi sono stufato. Se compri un giocatore dalla Salernitana c’è l’Iva da aggiungere. Se parliamo dal punto di vista finanziario la Lazio ha avuto solo 20 milioni per Milinkovic, speriamo ci mandino la seconda tranche. Di che parlate? Una volta per tutte: la Lazio fa quello che può fare, rapportato ai fatturati. Il fatturato dipende pure dai tifosi. E se per libera scelta non sono presenti allo Stadio fanno il danno alla Lazio, non a Lotito. Io farò quello che si deve fare. Quando di mezzo c’era l’indice di liquidità io ho messo i soldi di tasca mia.

Sarri e Tudor non fanno giocare chi merita? Il tema è semplice. Avevamo come obiettivo di andare in Champions, sfumato per pochi punti. Abbiamo perso contro Lecce, Genoa, Salernitana… Il tema non è l’organico, che va gestito. All’interno della gestione, forse perché mentre qualcuno cercava di far giocare chi meritava, qualcun altro si lamentava perché non giocava. E si sono create delle situazioni. Non a caso Sarri ha dato le dimissioni, non perché l’abbia voluto io. Il mio rapporto con Sarri è idilliaco. Ha trovato persone che assumevano posizioni non conformi alle sue esigenze.

Tudor? Stessa cosa, è venuto e ha dato una raddrizzata. E poi ha posto problemi seri dicendo “Tizio, Caio, Sempronio fuori”. Baroni ha detto giustamente che non si parla del singolo ma gioca chi merita. Baroni ha carta bianca, premia il merito. La scelta dei giocatori: se ti facessi vedere i dati capiresti. Hanno le migliori performance fisiche in assoluto. Se ne hai gli altri devono adeguarsi o stanno fuori. Allora c’è chi decide di andarsene: non lo dice ma è chiaro no? Luis Alberto ha fatto quell’uscita. Ha avuto un rinnovo del contratto che voleva a tutti costi. Poi dopo la vittoria con la Salernitana se n’è uscito chiedendo la cessione. Perché sapeva che avrebbe avuto difficoltà. Il calcio è cambiato, oggi c’è un calcio fisico e dinamico. Se non sei fisico, soffri. Stiamo parlando del futuro. 

Sarri aveva chiesto Berardi. L’avessi preso ero morto. Ha chiesto Ricci e abbiamo preso Rovella: poi vediamo chi è meglio tra i due. Per la prima volta la Lazio ha comprato dalla Juve. Gli ha dato 25 milioni, non bruscolini. Ha chiesto Pellegrini e l’abbiamo preso e aveva chiesto Hysaj in passato. C’era da scegliere tra alcuni giocatori perché pure lui si faceva influenzare dai nomi. Io sono per la qualità. Perché se stavo dietro ai nomi non potevo neanche accedere in questo sistema. E, al contrario di altri, sto ancora qua. Significa che le idee fanno la differenza. Partite dal presupposto che chi costa 100 è meglio di chi costa 50. Abbiamo sbagliato? Sì, a tenere chi dovevamo mandare via. Stiamo ripartendo, ricostruendo. Con tutto il rispetto eravamo una delle squadre più anziane. Stiamo seminando per costruire la squadra del futuro. 

E’ finito il mondo delle bandiere. Hanno una vita media di 3 anni nelle società. Se all’interno della squadra ci sono persone che non remano dalla stessa parte si creano i danni. Nessuno discute l’aspetto tecnico, ma se uno non rincorre la palla… Andatevi a rivedere certi gol presi. 

Parliamo pure di Kamada, un giocatore che avevamo scelto. Il procuratore ha chiesto un rinnovo di un anno a 2,5 milioni. Ma io non posso fare come mi pare, siamo una società quotata in borsa e devo rappresentare gli interessi della società. E lavoro per costruire la società del futuro. Stasera andiamo dal Sindaco per parlare dello Stadio, mica a parole. Abbiamo già parlato di diverse situazioni. Questo è il mio mestiere. 

Devo costruire una società stabile. Se vediamo le squadre hanno una vita di 6 anni i proprietari poi spariscono tutti e scappano. I debiti? Non vogliono riportarla come quando l’ho presa. I danni si fanno una volta sola. Questa Lazio fa quello che può fare in rapporto al fatturato. Ma farà cose che rimarranno nella memoria. Siamo una delle società col maggior patrimonio immobiliare. 

Palazzo Valenziani? Il palazzo lo potevo riscattare e me lo potevo intestare. E non l'ho fatto, l'ho intestato alla Lazio. Per farti capire che lavoro nell’interesse esclusivo della società. Più volte sono intervenuto. L’anno scorso dicevate: ‘Siamo arrivati secondi’. Sono intervenuto due volte, facendo un patto con la squadra. Gli pagavo lo stipendio a ogni vittoria: a settembre avevano preso lo stipendio di gennaio, l’unica squadra nel mondo. Milinkovic mi disse: “A Presidé, così a marzo abbiamo preso tutti gli stipendi…”. E allora vincete e non rompete le scatole. 

Gli accordi quando si fanno si mantengono, io sono abituato a mantenerli. Oggi cambio le persone, la responsabilità è la mia. Dovevo farlo anni fa. Come fanno le altre società. Noi siamo sempre stati attaccati alle icone. Perché qua passano tutti per fenomeni. Da altre parti sono meteore. In questo quadro abbiamo ricostruito un percorso diverso. 

Abbiamo preso un allenatore bravo tecnicamente e con attributi per gestire lo spogliatoio e per ricostruire un tessuto di persone. C’era pure chi non si dava da fare e creava problemi. Stiamo ricreando le situazioni per azzerare il tutto e ripartire. Con giocatori che hanno fame. 

Non parlo di mercato. Greenwood l’anno scorso non è stato preso, purtroppo. L’avevo preso, poi è saltato per via di un disallineamento di un’ora tra il mercato italiano e inglese. Ma non c’è solo Greenwood, ci sono mille nomi. Ce ne sono alcuni, ho un nome e non ve lo dico, che valgono 10 volte Greenwood. Parlate senza aver visto la sala scouting. 

Vedrete, la linea sulla comunicazione sarà molto dura. Sono tante le cose fatte in questa società: se le vedete mettete la testa sotto la sabbia. La contestazione? Non è un problema che mi riguarda, incentivata dalla comunicazione che fa la stampa. Sono un liberale, con accezione non di appartenenza politica ma di libertà. Non mi sono posto problemi. Hanno attaccato Baroni, uno dei migliori allenatori che erano sul mercato. 

La vostra mentalità è che chi guadagna di più è più bravo. Anche Sarri lo diceva. Io devo valutare la persona per il suo valore effettivo. Perché quanti giocatori comprati in passato non valevano quello che sono stati pagati? Ora compriamo gente valida, così evitiamo di perdere soldi. 

Il Flaminio? Un percorso realizzabile se convergono sulle nostre idee. Vogliamo mantenere in piedi una struttura, rispettandone la storia, ma compatibile con le nostre necessità. Stiamo facendo questo, rispettando gli aspetti normativi. Non siamo sprovveduti, non ho mai parlato del Flaminio, ne ha parlato il Comune di Rome. Fatti e non parole. Purtroppo chi mi considera indesiderato mi deve sopportare. Capisco le messe, l’augurio di morte. M’allungano la vita… 

Ho fatto un miracolo per salvare la Lazio. L’anno scorso siamo arrivati secondi, quest’anno ci ho riprovato poi ho lasciato stare perché la squadra ha perso contro squadre abbordabili. Serve il coraggio di assumersi la responsabilità delle scelte, parlano i fatti. Nello spogliatoio quando sono arrivato non c’erano le panche di legno. Chi ha visto Formello è rimasto sbalordito. 

Se avete a cuore la Lazio fatela finita. O vi tenete società che oggi ci stanno e poi cercano qualcuno che se le compra. E che se, ci si fosse attenuti alle norme, non si sarebbero potute iscrivere al campionato. Sembra un libro aperto leggere certe cose. Manca obiettività, altrimenti uno alza il telefono e si parla. 

L’anno scorso si è detto che ho dovuto aspettare la fine del mercato. Ora ci siamo mossi all’inizio. La gente che non conosce i fatti, pensa ‘l’ha detto il giornale’. La comunicazione deve migliorare, siamo d’accordo. Noi stiamo costruendo, gli altri stanno sparendo. Organizzeremo anche la comunicazione e vi creerà un danno, perché non potrete raccontare più stupidaggini.

L’Academy? Abbiamo fatto sondaggi per vedere la zona se ha vincoli o meno. Anticipo che ci saranno altri 7 campi. Verrà fatta la foresteria del settore giovanile, al momento ne abbiamo due: prima squadra e Primavera, la quale alloggia a 700 metri da qua, comprata dal sottoscritto e non dalla Lazio. Fatto il sondaggio, presentiamo la richiesta di autorizzazione. Realizzeremo 7 campi: 3 a 11. 3 da calcetto per la scuola calcio, 2 da calciotto. Viene fatta la foresteria per il settore giovanile, la scuola, la chiesa, che io pretendo. Non facciamo più il ristorante perché l’abbiamo fatto per la nuova struttura femminile. Sul mercato voglio prendere i giocatori che valgono 100 milioni e che costano 3”.