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Lotito
Di nuovo in campo in Senato il patron biancocelesteClaudio Lotito. Il presidente della Lazio ha infatti presentato un nuovo emendamento al Decreto Dignità, con il seguente testo: “All’articolo 9, comma 1, del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2018, n. 96, le parole ‘anche indiretta’ sono soppresse”. Evidente l’intento di annullare il divietò di sponsorizzazione indiretta delle società di scommesse, così come è ovvio che i fini siano prettamente legati al calcio, ma non solo. È vero che la Lazio perse nel 2018 il nuovo sponsor triennale e, di conseguenza, circa 20 milioni di euro per l'entrata in vigore del Decreto Dignità. Ma al di là di questo c’è anche un’evidenza raccontata dallo studio degli effetti del Decreto sul lungo periodo: nato per combattere la ludopatia, ha avuto invece l’effetto opposto.
Il decreto vieta “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet”. Una decisione che, dati alla mano sembra aver confuso ulteriormente gli utenti tra agenzie autorizzate e non, fino al punto di vedere - secondo il rapporto Ipsos Luiss del 2023 - ben 4,4 milioni di utenti (il 17%) su siti illegali. Un dettaglio non da poco, che frutta 1,9 miliardi al settore non autorizzato e che ha tolto quindi circa un miliardo allo Stato.
Numeri che riguardano da vicino anche il calcio, se è vero che in Italia nel 2022 sono stati scommessi 13,2 milioni di euro sul calcio (nel 2006 la cifra era di 2,1 milioni) e che la stima del volume di affari complessivo del gioco illegale in Italia è di 25 milioni, ben 18,5 sui siti illegali di scommesse. Con l’emendamento Lotito l’obiettivo diventa quindi togliere il divieto di sponsorizzazione indiretta del betting, con la possibilità parallela di riportare quindi anche le agenzie di scommesse sulle squadre di calcio, cosa che in Premier League frutta circa 84 milioni a stagione. L’impatto negativo sul calcio italiano è quindi evidente: secondo le stime il calcio professionistico perde circa 100 milioni a stagione in Italia per tutti i divieti del Decreto Dignità.
Problema, questo, a cui Lotito vuole provare a porre un freno: “La cosa assurda è che per demagogia il governo precedente ha tolto la sponsorizzazione indiretta sulle scommesse, poi accendiamo la tv e in tutti i campionati internazionali questo non succede. In Italia non si può mettere neanche un marchio, perché induce alla ludopatia. Cose strumentali, che non hanno senso” le sue parole in Commissione Cultura a Palazzo Madama.
Quello relativo al Decreto Dignità è però un tema anche a cuore del ministro per lo Sport Andrea Abodi: “Credo che il Decreto Dignità che vieta tout court la comunicazione diretta delle scommesse abbia bisogno di approfondimento e di una rivisitazione perché possa concorrere al contrasto ai fenomeni ludopatici oltre che all’affermazione delle tutele nei confronti del gioco legale. La ludopatia si combatte attraverso un gioco regolamentato, tracciato e che prevede anche un contingentamento delle risorse che ogni singola persona può spendere. Continuerò a lavorare perché ci sia anche un ulteriore discrimine tra scommesse sportive e giochi d’azzardo che meritano di essere affrontati diversamente, come succede in altri Paesi in Europa”.
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