- Lazio News
- Calciomercato
- Rassegna Stampa
- Serie A News
- Pagelle
- Primo Piano
- Video
- Social
- Redazione
news
Lotito
Non è ancora in archivio il caso tamponi risalente ai giorni a cavallo tra ottobre e novembre dello scorso anno. Inizialmente condannato a 7 mesi in primo grado, il presidente della Lazio Claudio Lotito ha visto la condanna salire fino a dodici mesi in secondo grado. Un problema concreto, considerando i tre mesi e quindi giorni di condanna pregressi, risalenti al periodo 2011-2021. Proprio gli ultimi dieci anni, infatti, sono quelli che valgono per determinare il rischio di decadenza della carica di consigliere federale. Anche un solo giorno più di dodici mesi basterebbe per far perdere la carica al presidente della Lazio.
Toccherà al Collegio di Garanzia del CONI emettere oggi una nuova sentenza, attesa in serata. Come spiega il Corriere dello Sport sono tre gli scenari possibili: accogliere il ricorso di Lotito, respingerloorinviare il caso agli organi di giustizia della FIGC. In quest’ultimo caso cambierebbe ovviamente la commissione rispetto a quella che ha aumentato la condanna dai 7 ai 12 mesi il 30 aprile. Il vantaggio, in questo caso, per Lotito sarebbe quello della scadenza di un mese e mezzo di inibizione, risalente al 2011 e non più valido dal 16 settembre prossimo. Gli altri due mesi, invece, saranno validi ancora fino al prossimo anno.
A differenza di quanto fatto in primo e secondo grado, cambierà la strategia del presidente della Lazio. La condanna del 30 aprile, insieme a quella dei medici Rodia e Pulcini, giudicava infatti impossibile che Lotito non fosse consapevole della situazione. A difesa dei tre imputati c’era allora lo storico avvocato del presidente biancoceleste, Gianmichele Gentile. A difendere Lotito oggi, invece, ci sarà il giurista Romano Vaccarella, andando a separare le due questioni. Il Collegio valuterà applicazioni errate delle norme, con Lotito che porrebbe essere presente ma in ogni caso non potrà essere chiamato in causa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA