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Lazio, i tifosi ancora contro Acerbi: “Ora basta lo diciamo noi”

Polemica Acerbi
La lettera con cui Acerbi ha voluto spiegare la sua situazione alla Lazio dopo quanto accaduto nella sfida di domenica contro i rossoneri.
redazionecittaceleste

Di Gianluca Mattalini

AGGIORNAMENTO 28 APRILE ORE 12:04 - È una polemica senza fine quella che coinvolge Francesco Acerbi e gran parte della tifoseria della Lazio. Dal goal - con esultanza e dichiarazioni post partita - contro il Genoa del 17 dicembre a oggi le tappe dei contrasti sono tante. Le ultime, in ordine di tempo, quelle legate alla gara con il Milan. Non è servito lo sfogo via social del difensore biancoceleste, né la lettera inviata ieri ai tifosi tramite le colonne del Corriere dello Sport. “'Ora basta' lo diciamo noi... togli quella maglia lurido infame! Acerbi vattene” è il messaggio recapitato dalla tifoseria biancoceleste al difensore tramite un graffito apparso su un muro nei pressi di Ponte Milvio.

La rottura di Acerbi con il popolo della Lazio è sempre più grande dopo quanto accaduto nella sfida contro i rossoneri. Errore grossolano che ha regalato il gol vittoria al Diavolo, ma soprattutto una risata subito dopo. Un gesto che ha fatto infuriare tutta la tifoseria biancoceleste. Dopo un post sui social, il numero 33 della Lazio ha mandato una lettera al Corriere dello Sport.

"La partita con il Milan è stata per tutti un frullatore di emozioni e frustrazioni e così, dopo un’iniziale reazione dettata dall’istinto, ho deciso di prendermi 48 ore per riflettere e trovare le parole giuste per condividere i miei pensieri e le mie sensazioni, a cuore aperto. Non ho la pretesa che vengano condivisi, ma la speranza che quantomeno vengano ascoltati e compresi. Purtroppo da qualche mese vivo una situazione a livello personale che non mi sarei mai aspettato di vivere. Avverto una sensazione di solitudine che umanamente mi ferisce. Con questo non intendo puntare il dito contro nessuno: è una mia sensazione personale che sicuramente non mi può lasciare indifferente, in campo e fuori. Ma in un momento di difficoltà, la mia famiglia mi dà equilibrio e serenità per affrontare comunque tutto a testa alta.

Il luogo comune nei confronti dei calciatori è che il nostro lavoro e i nostri guadagni ci rendano immuni agli stati emotivi - positivi e negativi - che caratterizzano la normalità di un essere umano. E per questo si tende a giudicare il calciatore come se fosse privo di emozioni e sentimenti, che nel nostro lavoro sono spesso molto forti e contrastanti. Spesso sbagliamo anche noi, siamo esseri umani, è giusto ricordarlo sempre. Non mi sono mai sottratto ai miei doveri e alle mie responsabilità perché sono un uomo e un padre di famiglia, prima ancora che un calciatore. Per questo ho sempre accettato oneri e onori del mio lavoro, ben consapevole che le critiche per le prestazioni in campo fanno parte del gioco.

Ciò che non posso accettare sono le illazioni sulla mia integrità personale e professionale, sulla mia serietà e sul mio impegno a difesa dei colori della Lazio, con o senza la fascia di capitano al braccio. Dopo la partita con il Milan ho letto e sentito insinuazioni assurde che non posso e non voglio accettare. E il solo fatto di essere qui a dover difendere la mia integrità e la mia professionalità, mi ferisce profondamente. Non sono perfetto, non sono un robot, ma sono una persona seria e un calciatore leale. E su questo non si dovrebbe nemmeno discutere. Non dimentico ogni singolo istante di questi anni alla Lazio, in cui ho rappresentato un punto di riferimento e ho ricevuto stima, affetto e sostegno, arrivando a indossare con orgoglio la fascia di capitano.

Porterò questi ricordi sempre con me, non c’è critica o contestazione che possano cancellare tutto ciò che ho ricevuto in questi anni. Ovviamente sono dispiaciuto per tutto ciò che è successo in passato e per le tensioni che ne sono derivate nell’ultimo periodo. Mi sono scusato più volte per gli episodi in cui ho commesso qualche errore, per eccessiva impulsività e poca lucidità. Il futuro, per quanto mi riguarda, è la prossima partita con la maglia della Lazio, quella che ho sempre onorato e indossato con orgoglio. Mi piacerebbe che tutti insieme potessimo voltare pagina, almeno per concludere la stagione nel migliore dei modi, con dignità e rispetto reciproco".