L'annuncio shock lo scorso 17 di Marzo in cui ufficializzava il suo addio al calcio giocato. Dalla conferenza stampa commovente di Lucas Leiva, che causa problemi cardiaci ha dovuto dire basta mettendo ovviamente in primo piano la propria salute, sono passate quasi due settimane. Nella giornata di oggi il centrocampista brasiliano è intervenuto ai microfoni ufficiali della società ricordando il suo periodo alla Lazio e per commentare l'obiettivo e la corsa Champions:
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Leiva: “Spero si arrivi in Champions. La Lazio per sempre casa mia”
"Ricordo il mio ultimo gol con la maglia della Lazio contro il Benevento, che ricorre proprio oggi. Segnai alcuni gol consecutivi in quel periodo, abituai tutti troppo bene (ride, ndr). Fare gol è sempre bello ma il mio obiettivo è sempre stato quello di dare equilibrio alla squadra.
La Lazio sarà sempre casa mia, tornerò presto a Formello a salutare tutti. Lì ho creato un legame importante, sono felice che la squadra stia andando bene e che i tifosi siano felici, soprattutto per i due derby vinti. Spero che a fine campionato possa arrivare la qualificazione alla prossima Champions League.
Il mio debutto in biancoceleste è coinciso con la vittoria della Supercoppa italiana, non dimenticherò mai l'affetto ricevuto dai tifosi. Il mio fallo su Cuadrado è diventato iconico nella mente di tutti. Il rimpianto più grande è invece il campionato sospeso nel 2020, quando lo Scudetto era diventato un obiettivo concreto.
I biancocelesti mi hanno dato tanto, sono felice di aver avuto la possibilità di indossare questa maglia. Anche i miei figli sono sempre più tifosi della Lazio. Ne approfitto anche per ringraziare lo striscione che mi ha dedicato la Curva Nord nell'ultimo derby.
L'arrivo di Sarri inizialmente è coinciso con un momento difficile, nella seconda parte di stagione siamo migliorati e ci siamo presi un posto in Europa League. La Serie A è sempre più competitiva ma la Lazio sta continuando a crescere, capendo al meglio le idee tattiche del mister.
Sarri punta molto sulla fase difensiva, una volta capiti i meccanismi la retroguardia diventa molto solida. Tutte le sue squadre hanno sempre avuto difese solide. Non prendere gol è sempre importante, soprattutto perché con il calcio di Sarri un gol lo fai sempre.
Dopo il mio ritiro guardo avanti, guardo il lato positivo. Sono a casa, in Brasile, con la mia famiglia e i miei amici. Ora penserò al prossimo passo della mia vita. Il calcio continuerà a fare parte di me, anche se oggi non mi vedo come allenatore ma più dentro una Società. Devo provare cose nuove per capire come e dove potrò essere utile".
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