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Isaksen: “Per i tifosi la Lazio è questione di vita o di morte. Con Baroni…”

Isaksen
Intervenuto ai microfoni di Tipsbladet l'esterno danese ha parlato di questo inizio di stagione con Baroni e dei problemi dello scorso anno
Edoardo Pettinelli Redattore 

Dal ritiro della sua Nazionale è tornato a parlare Gustav Isaksen e lo ha fatto ai microfoni di Tipsbladet. Tra i tanti temi affrontati, ovviamente, anche quello del suo percorso alla Lazio con un giudizio personale anche su questo avvio di stagione.

"Naturalmente sogno di arrivare in fondo in tutte le competizioni, giocare più gare possibile e di diventare un titolare della nazionale. Lavoro duramente per questo, ma mi godo anche ogni allenamento. Senza dubbio è la cosa più bella da fare. Sia in campo che fuori, è fantastico. L'avventura alla Lazio? Penso che stia andando bene. Mi sento a mio agio e sento molta fiducia da parte del mio allenatore. Abbiamo apportato alcune modifiche alla nostra squadra rispetto alla scorsa stagione e credo che stiamo andando bene. Siamo partiti con tante vittorie e stiamo giocando un calcio davvero divertente.

Rispetto all'anno scorso mi sono cresciuti i peli sul petto e sono diventato anche un po' più forte fisicamente. Soprattutto dal punto di vista tattico, poi, ora mi muovo molto meglio, ho imparato a mettermi nelle posizioni giuste. Più si gioca, ovviamente, e più si acquisisce esperienza. Io arrivavo dal Midtjylland, che ha tifosi incredibili che stanno sempre vicino alla squadra, ma alla Lazio è stato un mondo completamente diverso. Si sente che per loro il club significa tutto. È quasi una questione di vita o di morte. Quando si vince una partita è una figata, ma quando si perde una partita l'atmosfera è davvero brutta. È la vita di tutti i giorni, ormai: per la maggior parte tutto dipende dai risultati e dalle nostre prestazioni

Tudor? Voleva che andassi da un'altra parte e che arrivassero altri giocatori. È stata una situazione difficile perché era il mio sogno essere lì alla Lazio, era il club che avevo scelto. Lui mi ha detto che non ero adatto. È stato incredibilmente difficile e ovviamente ho iniziato a pensare quale fosse la cosa giusta da fare. Da un giorno all'altro però non c'era più e tutto è stato fantastico. È pazzesco quanto possa cambiare le cose l'addio di un allenatore del genere. Comunque ora sono felice".