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Lazio News, Tare risponde a Lulic: “Tradito? Mi ferisci, ecco la verità”

Igli Tare

Il direttore sportivo della Lazio Tare ha voluto rispondere all'accusa di tradimento pervenutagli da Senad Lulic

redazionecittaceleste

Non si è fatta attendere la risposta di Igli Tare alle parole di Senad Lulic. Il direttore sportivo della Lazio, chiamando personalmente Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport, ha voluto dire la sua sull'addio del bosniaco: "Ivan, da quanto ci conosciamo? In tutti questi anni ti ho mai telefonato per lamentarmi di cose che avete scritto? Daniele (Rindone ndr) è un bravissimo giornalista, di Lulic sapeva tutto, al tempo ne avevamo parlato. Eppure non ha scritto nulla".

Sulle parole di Lulic"Quella parola, tradito, mi ha ferito, non è giusta. Non lo è anche per i dieci anni che Senad ha trascorso nella Lazio, per la fiducia e i contratti rinnovati più volte, per il rapporto che ho sempre avuto con lui, di grande correttezza e chiarezza. Lui ha un carattere particolare, simile al mi. E' uno che le cose le dice in faccia, anche quelle meno piacevoli".

Sul trasferimento alla Lazio"Lo presi nel 2011 dallo Young Boys, ero certo che avesse le caratteristiche ideali per giocare nella Lazio. Ed infatti non mi sbagliavo. Aveva 25 anni. Una prima volta gli abbiamo rinnovato il contratto per cinque stagioni. Per riconoscenza, ma soprattutto per quello che aveva dimostrato in campo. Pensa che nei primi tre, quattro mesi mi era costato attacchi di ogni genere: non piaceva, lo stavano, lo stavate distruggendo".

Sulla verità"Mancano pezzi fondamentali nell'intervista. Penultimo anno di Simone alla Lazio, il contratto di Senad è scaduto. Lui ha già trasferito la famiglia in Svizzera, dove vuole vivere. Lo informo che la società è pronta a offrirgli un altro anno. Simone ha uno splendido rapporto con lui, è il suo capitano, un riferimento costante. Purtroppo in quella stagione gioca pochissimo, l’infortunio di cui parla è più serio del previsto. Ci avviamo verso la conclusione naturale del rapporto. Dopo la partita col Sassuolo, l’ultima di campionato, lo sento al telefono. Gli dico che mi è giunta voce di una sua trattativa con un club svizzero, se non sbaglio lo Zurigo, e lui risponde che non c’è. La società non sa ancora se Simone rimarrà o meno e la programmazione è condizionata proprio dalla permanenza dell’allenatore. Sono cose che gli comunico senza trascurare alcun particolare, massima chiarezza e onestà. Le porte della Lazio per lui sono soltanto semichiuse, preciso in quell’occasione. Tutto dipende dalla guida. Il motivo per cui non posso sbilanciarmi, azzardando promesse, è soltanto questo: con Simone o con un altro".

Sulla scelta di Sarri"E il progetto cambia radicalmente. Il 30 giugno, sempre al telefono, spiego a Senad che la società ha intenzione di avviare un percorso di ringiovanimento. La nostra è la squadra più vecchia della serie A e nel suo ruolo c’è l’intenzione di prendere uno più giovane di otto anni. Quando nell’intervista lui fa il riferimento a Pedro, commette un errore di valutazione: altro ruolo, altre esigenze tecniche. Tuttavia gli anticipo che non appena riapriranno gli stadi la società organizzerà una cerimonia all’Olimpico per salutarlo degnamente davanti alla sua gente. Lui è nella storia della Lazio e lo sarà per sempre".

Sulla risposta di Lulic"Risponde “grazie, non voglio niente”. Insisto, ma non sente ragioni, reagisce di pancia. Più avanti riceverà lo stesso invito da parte della curva e non risponderà a nessuno. La Lazio ha sempre avuto un rapporto speciale con i suoi over trenta, i fedelissimi, come li chiamo io. Gente che ha fatto parte della famiglia: Klose, Mauri, Siviglia, Brocchi, Biava, Floccari. Senad è speciale per tutte le ragioni che sappiamo e nella lunga intervista al vostro giornale mi sarei aspettato almeno un grazie, anche al sottoscritto, e non il riferimento a un tradimento mai consumato. Leggere quella cosa mi ha fatto male. Rinnovo l’invito: quando Senad vorrà, quando per lui sarà il momento, la società si metterà a disposizione. Il rancore non può sporcare la sua storia laziale".