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Felipe Anderson
Felipe Anderson
Ormai non fa più notizia e, forse, la notizia è proprio questa. Ennesima prestazione pazzesca del talento brasiliano, che con Sarri sembra pronto a mettere da parte la nota discontinuità. L’allenatore lo definisce uno dei giocatori più forti che abbia mai allenato e, avendolo visto giocare ieri sera, si capisce il motivo. I nerazzurri non lo prendono mai: lui corre, inventa, segna e fa sognare i tifosi. È tornato a casa e si è ritrovato, non sbaglia neanche questa volta il big match. Bravo Sarri a chiamarlo in panchina dopo il goal: vista l’atmosfera, tenerlo in campo sarebbe stato un rischio. E Felipe, del resto, il suo dovere l’aveva già fatto.
Patric-Luiz Felipe
Che prestazione della coppia di centrali di difesa! Concentrati, decisi e precisi: non fanno rimpiangere l’assenza di Acerbi. Lo spagnolo sorprende per convinzione e leggerezza: deve sostituire il pilastro difensivo degli ultimi anni e lo fa senza sentire il peso del compito gravoso. Anche in questo caso, paga la fiducia di Sarri. Il brasiliano, invece, dimostra ancora una volta che l’unica cosa che gli è sempre mancata è la continuità. Quando sta bene, il suo apporto è sempre decisivo: ha grinta da vendere e si immola su ogni pallone, risultando spesso decisivo.
Hysaj
Ieri sera il peggiore dei suoi per distacco, ma forse ha meno colpe del dovuto. Si fa trovare sempre scoperto nella sua zona, soprattutto nella prima parte di gara. È suo il fallo che porta al rigore: il tocco è minimo, ma l’errore è a priori e sul piano dell’approccio alla fase difensiva. A sua discolpa, non ha mai riposato, né in biancoceleste né in nazionale. Radu sarà titolare in Europa, ma da centrale. Che non sia il caso di concedere a Verona la seconda presenza consecutiva al rumeno, stavolta al posto di Hysaj?
Inter
La squadra di Inzaghi si scioglie come neve al sole nel corso del match e fatica a reagire dopo il goal del pareggio di Immobile. In occasione della seconda rete, poi, l’isteria si impossessa degli undici nerazzurri in campo: abbastanza imbarazzanti le scene viste sul terreno di gioco. L’arbitro chiude un occhio, Milinkovic no: il 3-1 è figlio diretto del nervosismo dei ragazzi di Inzaghi. Male, anzi malissimo, la tenuta mentale, soprattutto per una squadra che punta a bissare il successo dello scorso anno.
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